Da due giorni il bambino è in fuga con la madre dalla città natale della donna. Sono diretti verso una zona più sicura.
Ore di grande apprensione queste per il papà di Marco, il bimbo di 2 anni e mezzo che giovedì scorso avrebbe dovuto fare rientro in Italia dall’Ucraina, proprio il giorno in cui è stato lanciato l’attacco militare russo, e che ora si trova in fuga insieme alla madre e alla nonna verso una zona sicura del Paese. Marco, papà italiano e mamma ucraina, è nato a Ischia (Napoli) e ha vissuto stabilmente sull’isola fino al settembre del 2020, quando la mamma ucraina è ritornata nel suo paese per un viaggio concordato col marito. Ma da allora non è più rientrata in Italia. Attorno alla vicenda è nata una disputa legale. A vincerla è stato il padre del bambino, il 48enne Mauro Fratini, seguito dall’avvocato Roberta Foglia Manzillo.
La donna il bimbo in fuga tra le montagne dell’Ucraina
La difesa di Fratini è riuscita a convincere il Tribunale della città di Sumy, capoluogo dell’omonima regione dell’Ucraina dove è nata la donna, che ha dato ragione al padre del piccolo Marco disponendo il rimpatrio del bimbo, una sentenza confermata anche dalla Corte d’Appello di Sumskyi che ha stabilito come data per il rimpatrio il 24 febbraio 2022, proprio il giorno in cui hanno avuto inizio le operazioni militari russe. E così l’esecuzione del rimpatrio è stata sospesa da un’ulteriore comunicazione dell’autorità giudiziaria ucraina, che ha deciso di rinviare l’esecuzione della sentenza, e dall’attacco militare delle forze russe.
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Due giorni fa la donna e il bambino sono fuggiti dalla città di Ochtyrka, a poco più di 50 km dal confine con la Russia, diventata obiettivo delle operazioni militari russe. Si sono spostati in auto verso una località di montagna nelle vicinanze di Leopoli, nella parte occidentale del Paese, evitando di imboccare le strade principali e passando attraverso quelle di campagna e le foreste. Diverse volte Mauro Fratini è riuscito a mettersi in contatto con la moglie e il figlio, facendosi così aggiornare sui loro spostamenti. “Ma ogni volta solo per pochi secondi – spiega Fratini all’Adnkronos – ad esempio questa mattina sono riuscito a vedere mio figlio, sta bene ed era seduto in auto con mia moglie e mia suocera. La videochiamata è durata non più di un minuto, purtroppo ci sono problemi con la linea telefonica e con internet”.
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L’uomo spera di avere al più presto l’opportunità di parlare con la moglie, con la quale i rapporti, dopo la causa vinta, sono comunque migliorati: “Voglio dirle che dalla Farnesina ci hanno comunicato la disponibilità di alcuni riferimenti sul campo per il rimpatrio e sono pronto ad accogliere anche la sua famiglia qui a Ischia o a Napoli”. Se da una parte c’è l’angoscia di sapere il proprio figlio in fuga attraverso un Paese coinvolto in un conflitto armato, dall’altra c’è la fiducia “nella forza di mia moglie e degli ucraini. Sono persone fenomenali, hanno un grande coraggio e amano la loro patria. Conosco tante persone che dall’Italia stanno partendo per prendere un fucile in mano e difendere Kiev. Spero che tutto si risolva per il meglio quanto prima”, conclude il padre di Marco.