Testo inedito di Ratzinger:«È questa l’epoca in cui i papi sono sotto attacco, come gli apostoli»

Un’omelia inedita di Joseph Ratzinger del 1977, dedicata a Paolo VI dice:«C’è chi deve patire per difendere il valore dell’unità della Chiesa»

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In un’omelia inedita del 1977 di Joseph Ratzinger, dedicata a Paolo VI per la “Domenica del Papa”, Benedetto XVI, all’epoca arcivescovo di Monaco da poco, racconta del «sentimento antiromano» che nel suo Paese, la Germania, «ha alle spalle una tradizione lunga e profondamente radicata», al punto che «anche fra i cattolici la parola “romano” in larga parte si è trasformata in un insulto». Si tratta di un’omelia inclusa nel volume VIII/1 dell’Opera Omnia di Ratzinger, in uscita nella Libreria Editrice Vaticana e riportata da Il Corriere della Sera. Ne pubblichiamo alcuni passi.

«Come possono coesistere l’unicità di Cristo e il Papa come centro visibile dell’unità della Chiesa? Forse non c’è miglior modo di vederlo che nell’Eucaristia, la preghiera fondamentale della Chiesa, nella quale non solo si esprime ma si realizza giorno per giorno il cuore della vita di essa. L’Eucaristia al fondo ha a che fare solo con Cristo (…) In essa è continuamente presente e vero ciò che dice l’Epistola di oggi: Cristo è il capo della Chiesa che egli acquista mediante il suo sangue. Allo stesso tempo, in ogni celebrazione eucaristica, seguendo un’antichissima tradizione, diciamo: noi celebriamo in unione con il nostro papa Paolo. Cristo si dà nell’Eucaristia ed è tutto in ogni luogo, per questo tutto il mistero della Chiesa è presente ovunque venga celebrata l’Eucaristia.

Ma Cristo in ogni luogo è anche un’unica persona e per questo non lo si può ricevere contro gli altri né senza gli altri. Proprio perché nell’Eucaristia c’è Cristo tutto intero, l’indiviso e indivisibile Cristo, proprio per questo l’Eucaristia può essere autentica solo se essa è celebrata con tutta la Chiesa. Abbiamo Cristo solo se lo abbiamo insieme con gli altri. Appunto perché nell’Eucaristia si tratta solo di Cristo, essa è il sacramento della Chiesa. E per questa stessa ragione essa può essere accostata solo nell’unità con tutta la Chiesa e con la sua autorità. Per questo la preghiera per il papa fa parte del Canone eucaristico, della celebrazione eucaristica. La comunione con lui è la comunione con il tutto, senza la quale non vi è comunione con Cristo.(…)».

Gli attacchi da parte dei tradizionalisti

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In un altro stralcio dell’omelia inedita di Ratzinger del 1977, è possibile cogliere una sorta di “profezia” di quello che i pontefici avrebbero poi dovuto subire, con l’avvento dell’era contemporanea in cui imperano relativismo, laicismo, ecc.
«Oggi assistiamo al fatto curioso e inatteso che si volgono contro il Papa proprio quelli che fino a vent’anni fa erano gli appassionati seguaci del papato; e che l’unità con il papa è minacciata più gravemente da coloro che fino a poco tempo fa di essa erano i più convinti alfieri. Ricevo giornalmente lettere che lamentano la distruzione della liturgia, che vedono nelle riforme del Concilio la distruzione della Chiesa.

In esse a volte mi commuove il tono di una sofferenza intrisa di fede profonda per la Chiesa e con la Chiesa, l’accusa che nasce da un amore tradito; ma non di rado mi scuote profondamente anche il tono di presunzione e di odio che da esse trasuda. È vero che nei discussi anni successivi al Concilio c’è stata una iattanza che non ricercava più la fede della Chiesa, ma solo ciò che era di proprio gradimento.

È vero che spesso la liturgia, il santo dono del Signore a tutta la Chiesa, non di rado è stata trasformata in laboratorio per sperimentare proprie idee. Ma non è vero che la Chiesa ha smesso di essere cattolica. Nulla di autenticamente cattolico, nulla di autenticamente conforme alla fede ha perso il suo posto nella Chiesa e tutti noi dovremo impegnarci perché questo sia percepibile da chiunque. Con la divisione non si ottiene nulla (…)».

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Di coloro che sono anti conciliari negli anni a seguire si sarebbe parlato a lungo, al punto che, soprattutto nel corso di questo pontificato, spesso si è parlato delle polemiche del fronte tradizionale a cosiddette aperture che il più delle volte non sono occorse. Ratzinger in un altro stralcio racconta della sofferenza di Paolo VI:«Dal tempo di Pio IX nessun altro papa è stato attaccato, nessun altro papa è stato sotto la Croce quanto Paolo VI. Una volta, a un grande fautore evangelico dell’ecumenismo, egli disse che la cosa più grande che poteva avvenire oggi per l’unità della Chiesa era patire per questa unità e che oggi c’era la nuova ecumene di coloro che patiscono per l’unità.

Ma proprio così il Papa si pone nella sequela degli Apostoli: Pietro, che venne crocifisso a testa in giù, Paolo, che di sé disse che nel mondo gli Apostoli sarebbero diventati come spazzatura, ai quali tutti sputano in faccia». 

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Ratzinger affronta così anche il tema dell’indistruttibilità del papato:«Forse possiamo comprendere meglio e con maggiore profondità la natura indistruttibile del papato in un tempo di critica al papa, più che in un tempo di entusiasmo per il papa. Celebriamo la Santa Eucaristia «in unione con il nostro Papa Paolo». È un ringraziamento a lui perché svolge il suo ufficio nel nostro tempo nella forza del Signore. È una preghiera per lui, affinché il Signore lo sostenga come ha sostenuto Pietro che stava annegando. Ed è un appello a noi a cercare il Signore non altrimenti che nella Chiesa visibile: lì dove è Pietro».

 

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