I neo genitori che vivono in provincia di Bergamo, hanno ricevuto la telefonata del Papa Giovanni XXIII a poche ore dalla dimissione, in cui si avvertiva che la loro bimba era stata scambiata con un’altra neonata partorita a poca distanza
Una coppia era da poco rientrata a casa con i propri gemellini neonati, quando l’ospedale li ha ricontattati per avvisarli che uno dei due bimbi era di un’altra donna che aveva partorito a pochi minuti di distanza da loro. È successo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A dirlo all’Eco di Bergamo è stata la madre, che ha raccontato di aver avuto dei dubbi nei giorni scorsi perché la bimba di cui si stava prendendo cura aveva colori di ciglia e capelli più scuri rispetto ai suoi e della bimba che aveva tenuto tra le braccia dopo aver partorito il 19 febbraio scorso.
«Mi hanno detto: non si preoccupi signora, con i neonati capita spesso», ha fatto sapere la donna. Poi martedì, l’ospedale ha scoperto l’errore, e ha subito contattato la famiglia dimessa. L’ospedale ha infatti domandato alla coppia di controllare il braccialetto al polso della bimba, che i coniugi avevano conservato per ricordo. Quando hanno verificato il nome sul braccialetto, hanno così scoperto che era figlia di un’altra donna, nata nello stesso nosocomio e quasi nello stesso orario.
I genitori si sono subito recati in ospedale e hanno riportato la bambina all’altra donna, riabbracciando la loro figlia. Si ipotizza che lo scambio sia avvenuto per via di un membro dello staff dell’ospedale che, mentre stava spostando le neonate nelle culle al nido, non ha verificato i nomi riportati sui braccialetti.
L’ospedale si è scusato per l’accaduto, e in una nota ha scritto:«L’errore è stato favorito dal fatto che le bambine sono nate a poche ore di distanza, con peso sovrapponibile e una storia clinica molto simile. Si è trattato di una situazione eccezionale, mai verificatasi in precedenza nel nostro punto nascita dove vengono alla luce più di 4 mila bambini ogni anno, generata – presumibilmente, in base agli elementi finora raccolti – dal mancato rispetto della procedura in essere, che prevede la verifica dei braccialetti identificativi della coppia mamma/neonato al momento dell’arrivo del bambino nella stanza di degenza della mamma dopo essere transitato dal Nido.
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È stata istituita una commissione interna per ricostruire i fatti e mettere in atto eventuali correttivi ai già rigidi protocolli esistenti in azienda per evitare che altri episodi simili possano verificarsi in futuro. L’Asst Papa Giovanni XXIII è profondamente rammaricata per quanto accaduto e si scusa anche pubblicamente con le famiglie coinvolte, dopo averlo già fatto di persona.
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Entrambe le neonate sono state dimesse a domicilio in ottimo stato di salute: non hanno riportato conseguenze per quanto accaduto, non hanno corso rischi di contagio infettivo e non sono state sottoposte a terapie particolari».
I genitori delle bambine hanno commentato: «Non siamo arrabbiati. Siamo semplicemente sotto choc. Errare è umano, ce ne rendiamo conto. Quello che speriamo è che incidenti simili non capitino più», hanno chiosato.
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