Sala: “Gergiev condanni l’attacco russo o non dirigerà più alla Scala”

Il sindaco di Milano incalza il famoso direttore d’orchestra chiedendogli di prendere posizione contro l’attacco russo.

Beppe Sala mette alle strette il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev: «Abbiamo alla Scala ”La dama di picche” diretta dal maestro Valery Gergiev che ha più volte dichiarato la sua vicinanza a Putin. Con il sovrintendente del teatro Dominique Meyer gli stiamo chiedendo di prendere una posizione precisa contro questa invasione. Se non lo facesse saremmo costretti a rinunciare alla collaborazione». Il diktat del sindaco milanese e del Cda del Piermarini giunge nella mattinata di guerra per l’Ucraina, dopo i bombardamenti russi su Kiev, e a poche ore dall’inizio dell’opera del russo Cajkovskij al Piermarini. Il direttore russo Gergiev — stella della musica internazionale, uno dei più famosi direttori d’orchestra mondiali, ma anche amico e supporter del presidente Vladimir Putin — ha debuttato mercoledì sera alla Scala e prima dell’inizio è stato contestato da qualche sporadico «buu» e un «vattene» provenienti dal loggione. Alla fine però è stato salutato con nove minuti di applausi.

Una collaborazione che rischia di interrompersi sul nascere

Il maestro Valery Gergiev, star internazionale della direzione d’orchestra – Meteoweek

Ma la contestazione milanese potrebbe impallidire rispetto a quella già annunciata per venerdì alla Carnagie Hall per contestare le posizioni apertamente filoputiniane del maestro russo. Del cast dell’opera scaligera fanno parte Julia Gertseva nella parte della Contessa, Alexey Markov in quella del principe Eleckij e soprattutto il soprano Asmik Grigorian, autentico animale da scena, che impersona Liza.  La dama di picche è in programma fino al 15 marzo. Ma la presenza di Gergiev alla Scala rischia, come detto, di interrompersi dopo una sola serata.

La richiesta partita dalla Cisl

A sollevare la questione dell’inopportunità della direzione di Gergiev alla vigilia di un possibile attacco russo era stata la Cisl: «Il grande maestro Valery Gergiev non ha mai perso occasione per ribadire la sua vicinanza e la sua amicizia al Presidente russo Vladimir Putin — aveva scritto il sindacato in una comunicato — Sarebbe importante se Gergiev, uomo di cultura e, auspichiamo, uomo di pace, volesse lanciare un messaggio di speranza e di pace all’Italia e al mondo da un palcoscenico così importante come quello del Teatro alla Scala».

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«Va benissimo che si facciano dichiarazioni a sostegno di popolo ucraino, ma bisogna fare di più. Innanzitutto la politica, con la diplomazia e il mondo dell’economia, deve fare di più» ha dichiarato Sala, per poi aggiungere: «Voglio capire cosa farà il sistema bancario. Le banche italiane sono esposte rispetto al sistema russo, il vero punto è capire quanto gli oligarchi russi sostengano Putin». Mentre Sala esternava, anche la vicepresidente Letizia Moratti ha voluto manifestare il proprio pensiero affidandolo a un post su Facebook: «In questo momento drammatico di guerra nel cuore dell’Europa, ricordo lo straordinario e attualissimo appello di Papa Giovanni XXIII del 25 ottobre 1962, rivolto ai governanti della terra e a tutti gli uomini di buona volontà».

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Oggi invece, dalle 18 in avanti, si svolgerà una manifestazione per la pace. I pacifisti si sono dati appuntamento per oggi pomeriggio in piazza della Scala per un presidio indetto da Cgil Cisl e Uil, Arci, Anpi e Acli. Semplicissimo lo slogan che darà il tono alla manifestazione: «No alla guerra in Ucraina». La locandina che convoca il sit-in riproduce anche l’articolo 11 della Costituzione italiana che recita: «l’Italia ripudia la guerra». Pur in mezzo a qualche polemica, il popolo della pace ritorna così a mobilitarsi contro la guerra in Ucraina e invita tutti a esporre la bandiera arcobaleno fuori dai balconi. Sabato pomeriggio invece è in calendario un’altra protesta pacifista in largo Cairoli: «Milano contro la guerra», organizzata da un manipolo di sigle. Hanno dato la loro adesione, tra gli altri, la rete dei collettivi studenteschi, Rifondazione, il Cantiere.

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