Dopo la rielezione di Mattarella al Colle, i sondaggi confermano il trend degli ultimi mesi: il Pd primo partito, Lega ai minimi dal 2018.
Il Partito democratico di Enrico Letta riconquista il podio più alto, mentre la Lega di Matteo Salvini cola a picco. Lo dice la supermedia dei sondaggi elaborata da Termometro Politico, che mette insieme i dati di Swg, Tecnè, Emg, Ixè, Tp ed Euromedia Research, rilevati nella settimana che va dal 13 al 19 febbraio. I dem si posizionerebbero dunque al primo posto con il 21,6 per cento dei consensi, mentre il Carroccio scenderebbe ai minimi dall’exploit di voti ottenuto alle elezioni politiche del 2018 (otterrebbe infatti un 17,1 per cento, al di sotto di quasi 0,3 punti percentuali dai risultati di quattro anni fa).
Che c’entra la rielezione di Mattarella?
Tali risultati sono anche – probabilmente – imputabili alla rielezione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo un faticoso accordo tra i partiti raggiunto dopo cinque giorni (e cinque votazioni a vuoto). Il mandato bis del Capo di Stato ha fatto sì che il governo potesse restare in piedi (l’alternativa più valida a Mattarella per il Colle era infatti il presidente del Consiglio Mario Draghi), eppure ha anche cambiato le dinamiche interne dell’esecutivo. Come scrisse Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Il governo è lo stesso, gli equilibri tra i partiti sono cambiati.
Il vincitore della partita: il Partito Democratico
Il Partito democratico non esce vincitore solo dai sondaggi, ma anche dalla partita per il Quirinale. Le linee guida dettate dal segretario Letta hanno permesso di mostrare un partito non più litigioso e diviso in correnti, ma piuttosto unito. Nonostante inizialmente Letta avesse puntato tutto sull’elezione di Draghi, è stato capace di reagire in fretta e distaccarsi al momento giusto dai leader di Lega e Movimento 5 stelle. Proprio l’alleanza con i pentastellati, infatti, è stata azzoppata durante gli accordi per il Colle. Contrariamente a quanto chiunque si sarebbe potuto aspettare, infine, Letta ha poi lavorato in modo apparentemente allineato con il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, suo storico rivale dal 2014, quando i due si alternarono alla presidenza del Consiglio.
Il secondo posto, ma il primo partito del centrodestra: Fratelli d’Italia
Al secondo posto nei sondaggi si posiziona Fratelli d’Italia, con il 20,8 per cento delle preferenze. Nonostante la leader per partito, Giorgia Meloni, non abbia ottenuto nessuno dei due risultati che auspicava – Draghi o un presidente di centrodestra come Capo dello Stato, e le elezioni anticipate – ne esce vincitrice sul resto della coalizione. Il centrodestra ne esce distrutto e Meloni è pronta a ribaltare la situazione: ottenere la leadership della coalizione per riportarla agli antichi splendori. L’ambizione massima di Meloni? Che il centrodestra vincesse le elezioni del 2023, che Fratelli d’Italia fosse il partito più votato e che le venisse così assegnato l’incarico di presidente del Consiglio. Eppure, se continua a farsi la guerra con Salvini, presto non ci sarà più un centrodestra.
Il vero sconfitto: la Lega
Si è posizionata al terzo posto nei sondaggi, ma la Lega è la vera sconfitta di queste rilevazioni e di questa partita. Gli errori strategici e politici commessi dal leader Matteo Salvini nella partita del Quirinale (la esitazioni sulla candidatura di Silvio Berlusconi, l’aver bruciato in partenza tre candidati di centrodestra, il voto fallito sulla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il tentativo di intestarsi la candidatura della direttrice dei servizi segreti italiani Elisabetta Belloni) gli hanno fatto perdere parecchia credibilità. Soprattutto perché la coalizione avrebbe avuto probabilmente qualche voto in più dell’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 stelle, per eleggere un presidente della Repubblica apprezzato dal centrodestra, ma non ci è riuscito. Tutte queste responsabilità, vengono attribuite alla figura di Salvini, sempre più in perdita di consensi.
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Il quarto posto: il Movimento 5 stelle
A seguire si posizionerebbe il Movimento 5 stelle, con il 13,8 per cento dei voti. Viste le correnti e le divisioni interne, era noto che i grillini avrebbero votato compattamente solo una figura: quella di Sergio Mattarella. E forse solo per questo possono ritenersi soddisfatti. Su tutti gli altri fronti, i cinquestelle hanno fallito. Hanno mostrato tutta la loro debolezza non riuscendo a compattarsi tra loro, iniziando una guerra della leadership tra l’ex premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e perdendo anche il fondamentale appoggio del Pd, che va sempre più distaccandosi dalla vecchia alleanza instaurata con i pentastellati dal precedente segretario del partito, Nicola Zingaretti.
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Il fallimento di Forza Italia
Infine c’è Forza Italia, staccata dai primi quattro partiti ma che eguaglierebbe il suo risultato alle europee del 2019 totalizzando l’8,8 per cento dei consensi. Eppure il partito di Silvio Berlusconi ha fallito tutto ciò che poteva fallire. In primis, la candidatura al Colle del Cavaliere, ritirata ancor prima di iniziare le votazioni vista la sua irricevibilità da parte dei grandi elettori. In secondo luogo perché Berlusconi ormai è sempre più escluso dalla vita politica, e dalla sua stessa coalizione che si muove in una direzione più estremista e sovranista.