Mostra in classe video di un’eroina che batte il male alzandosi la gonna: bufera su una prof.

Tutta Patata, supereroina interpretata da Carla Signoris all’epoca del gruppo comico Broncoviz, è stata mostrata agli studenti di prima media dalla supplente di italiano. Proteste dei genitori 

Tutta Patata-meteoweek.com

Durante una lezione a degli alunni di prima media nella scuola De Finetti a Fonte Laurentina (Roma), una professoressa, supplente di italiano, ha mostrato ai ragazzini un video di Tutta Patata, supereroina interpretata da Carla Signoris all’epoca del gruppo comico Broncoviz. Tutta Patata sconfigge il male alzandosi la gonna e lanciando lampi e fulmini proprio da lì sotto.

Dopo che la prof. ha mostrato il video ai ragazzini, i genitori sono insorti. Come riporta Il Messaggero, a dicembre la prof. avrebbe mostrato il vecchio filmato in classe durante una discussione in cui si parlava di eroi e supereroi. Ben presto però, la visione del filmato ha provocato reazioni un po’ al di là del controllo, tant’è che oltre a divenire un tormentone tra gli alunni, hanno destato preoccupazione alcuni atteggiamenti con riferimenti sessuali più o meno espliciti, con i ragazzi che chiedevano alle ragazze di alzarsi la gonna per assistere ai loro “superpoteri” in azione.

Le proteste dei genitori

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Le polemiche non si erano ancora acquietate, affermano i genitori, che la supplente già avrebbe proposto ai ragazzi un noto sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli intitolato “Er padre de li santi”, in cui il poeta elenca tutti i modi con cui può essere soprannominato l’organo sessuale maschile, che «se po di’ radica, ucello, cicio, nerbo, tortore, pennarolo, pezzo-de-carne, manico, cetrolo, asperge, cucuzzola e stennarello».

E poi in un altro sonetto di Belli, “La madre de le sante”, l’organo femminile viene soprannominato «vaschetta, fodero, frittella, ciscia, sporta, perucca, varpelosa, chiavica, gattarola, finestrella», ecc.

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Ma il peggio, sarebbe stata la richiesta agli alunni di «non dire niente ai genitori» sul tema delle lezioni. Richiesta che ovviamente non è stata ascoltata e da lì è scoppiata la bufera. L’insegnante ha raccontato al giornale che la sua intenzione era diversa, «non volevo nuocere al buon nome della scuola, studiavamo gli eroi dell’antica Grecia e il mio intento forse ingenuo era far vedere che dopo Wonder Woman non esistono eroine». 

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I genitori, però, protestano perché queste “lezioni alternative” a bambini che fino all’anno scorso frequentavano le elementari forse sono state un po’ azzardate. E mentre si attende un incontro per chiarire, le madri delle ragazzine chiedono che si intervenga:«A 11 anni non voglio che mia figlia cresca pensando che con il potere della patata si può fare tutto».

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