È successo in Florida, e la donna è stata accusata di omicidio di primo grado per aver accoltellato il marito disabile più di 140 volte.
Oltre centoquaranta coltellate trovate sul corpo di un uomo disabile. È questo il risultato della furia omicida con cui una donna di 61 anni si è scagliata contro suo marito, affetto da una disabilità fisica al momento della sua morte. Il tragico episodio si è verificato a Palm Springs, in Florida, negli Stati Uniti. La responsabile si chiama Joan Burke e ha 61 anni, gli eventi risalgono alla notte dello scorso 11 febbraio.
La donna ha accoltellato il marito per decine e decine di volte, poi gli ha fratturato il cranio con un colpo di mannaia. Infine si è stesa nel letto della sua stanza, vigile ma in silenzio. Poco dopo sono arrivati gli agenti della Polizia, chiamati da un uomo che si è identificato come il figlio della sospettata e che ha raccontato ai poliziotti di essere tornato a casa dal lavoro e di aver scoperto il corpo del suo patrigno, Melvin Weller, disteso sul pavimento della cucina in una pozza di sangue. Quando hanno trovato Burke in camera da letto, l’hanno fatta trasportare in un vicino ospedale per una valutazione psico-fisica della donna. La polizia ha detto che anche Burke aveva delle lacerazioni alle mani.
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La scena era da film dell’orrore: una grande pozza di sangue che copriva più della metà del pavimento della cucina e gli schizzi erano ovunque. Tracce della follia omicida di Burke sulle pareti, sugli armadietti della casa e sui ripiani della cucina. Lì, nel lavello della cucina, sono stati ritrovati dalle forze dell’ordine un paio di coltelli e una mannaia. Le armi del delitto. Gli investigatori hanno anche trovato uno spazzolone, una scopa e altri strumenti per la pulizia accanto al corpo. Il movente di tale gesto è ancora sconosciuto agli inquirenti, ma nel frattempo la donna è stata accusata di omicidio doloso premeditato.
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