Secondo i ricercatori le evidenze scientifiche dimostrano come l’immunità naturale fornisca una protezione migliore rispetto ai vaccini
Nei giorni in cui il governo riflette se eliminare l’obbligo vaccinale per i sanitari, un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet prova a fornire una spiegazione sul perché questa scelta che deve essere fatta al più presto, per il semplice fatto che lo suggeriscono le evidenze scientifiche.
La questione posta dagli studiosi riguarda tutti quei sanitari che risultano guariti dal Covid ma che nonostante non possono utilizzare la loro immunità naturale per tornare al lavoro, in quanto al momento il governo inglese ha stabilito, come in Italia, che soltanto chi sottopone al ciclo vaccinale ha diritto al reintegro.
Nell’articolo, si inizia spiegando come in genere, nei virus a RNA, l’immunità naturale garantisce una protezione migliore rispetto a quella derivante da vaccinazione, che come stiamo vedendo va rinnovata di continuo in quanto si tratta di una protezione con data di scadenza. Questa situazione è già stata oltretutto anche accertata per quanto riguarda il Covid-19, e Lancet fa riferimento a uno studio pubblicato di recente in cui viene rilevato come “gli individui esposti all’infezione naturale avevano dieci volte meno probabilità di essere reinfettati rispetto agli individui vaccinati senza infezione naturale (hazard ratio aggiustato 0,02, IC 95% 0,01-0,04 per l’infezione precedente rispetto a 0,26, 0,24-0,28 per la vaccinazione). Gli individui esposti a infezioni naturali avevano anche meno probabilità di essere ricoverati in ospedale con COVID-19”.
C’è poi anche un’altra questione: la vaccinazione contro questa tipologia di patogeni virali ha sempre funzionato per quanto riguarda la protezione da gravi infezioni che si possono contrarre a causa del virus, ma nulla può per quanto concerne la trasmissibilità. Soltanto l’immunità naturale è invece in grado di ridurre la circolazione del virus, anche se il vero problema è che l’immunità a lungo termine non può essere misurata in modo preciso e diretto. Da non trascurare poi, spiegano gli autori dell’articolo che chi si è vaccinato e ha in seguito contratto anche il virus, sviluppa una sorta di super immunità, ovvero si ritrova ad avere nell’organismo una maggiore risposta anticorpale e di cellule T rispetto a quello che si ottiene con la semplice vaccinazione.
Leggi anche: L’Aifa si riunirà per discutere della quarta dose, ma sempre meno scienziati sono d’accordo
Leggi anche: Gli sms segreti di Ursula von der Leyen con le case farmaceutiche esistono davvero?
Per quanto questo dato venga spesso utilizzato a favore dell’efficacia dei vaccini, affermano gli studiosi, “questo stato super-immune non ha comprovati correlati clinici a lungo termine e un numero crescente di studi mostra marginali, se non nulli, benefici aggiuntivi della vaccinazione in individui con immunità naturale”.