Smascherata la truffa dei falsi invalidi e sgominato sodalizio criminale: tangenti per 400mila euro, tra gli indagati anche diversi medici. I certificati venivano redatti senza visitare il paziente.
Smascherata una fitta rete di illeciti nel Varese, ma estesa anche al di fuori dalla Lombardia (con interessi e ramificazioni estese fino al sud Italia). Scoperti 32 falsi invalidi, e finiscono indagate sette persone con l’ipotesi di associazione per delinquere, corruzione e truffa ai danni dello Stato. Secondo quanto scoperto dalle indagini, coordinate dalla Procura, gli indagati venivano pagati dai “clienti” con tangenti da 5mila a 8mila euro per pratica, e gli facevano ottenere benefici economici, fiscali e previdenziali derivanti dal falso riconoscimento di un’invalidità civile o di un handicap. Nel mirino anche due medici dell’Asl di Varese, con i certificati che venivano redatti senza mai visitare il paziente.
Smascherata truffa dei falsi invalidi, sgominato sodalizio criminale
Secondo quanto scoperto dalla Guardia di Finanza di Varese, i denunciati procedevano autonomamente ad istituire false commissioni Inps di valutazione, senza che gli altri componenti o colleghi ne fossero al corrente. Dopo di che, riportando gli esiti di malattie e menomazioni permanenti o croniche false, avviavano telematicamente la procedura per ottenere il riconoscimento di invalidità. La truffa, che è costata un ricco giro di tangenti, sarebbe partita nel 2019, e a perpetrarla sarebbe stata un’associazione ben organizzata, all’interno della quale ogni membro si adoperava per fare ottenere i certificati falsi ai clienti.
Una catena di montaggio, questa, in cui ogni indagato aveva un ruolo ben preciso: chi si dedicava alla presentazione della domanda di invalidità, chi la collegava agli specialisti compiacenti, chi accompagnava il finto disabile alle Commissioni valutatrici. Inoltre, tutti i certificati erano redatti senza mai visitare il paziente, e confluivano nella cartella personale: “venivano esibiti alla commissione valutatrice Asl e, in caso di revisione, a quella dell’Inps, andando di fatto a condizionare, inevitabilmente, il giudizio espresso”, si legge nella nota ufficiale. Inoltre, viene sottolineato che “nel corso delle indagini veniva accertato che alcuni richiedenti, seppur residenti fuori Regione, per consentirgli di presentare la domanda di invalidità a Varese, venivano fatti trasferire temporaneamente in zona presso il domicilio di altri invalidi compiacenti”.
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Per ciò che concerne la questione tangenti, queste venivano “elargite e suddivise tra tutti i componenti dell’associazione ammonta a circa 400.000 euro mentre i benefici economici illegittimamente garantiti ai 39 soggetti presi in esame corrisponde, nel solo periodo di indagine, a circa euro 600.000, senza calcolare quelli fiscali e previdenziali ancora in fase di quantificazione tenuto conto che almeno tre soggetti sono riusciti ad andare in pensione anticipatamente rispetto ai limiti previsti”.
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“A 13 beneficiari sottoposti – si legge infine nella nota della Guardia di Finanza – a visita di revisione straordinaria da parte dell’I.N.P.S. è stata revocata la percentuale d’invalidità inizialmente riconosciuta, mentre per gli altri 19 è stata sensibilmente diminuita.L’operazione delle Fiamme Gialle varesine rimarca la finalità di prevenzione e repressione dell’azione del Corpo nei confronti delle condotte illecite dall’elevato disvalore sociale in quanto tese a sottrarre risorse pubbliche destinate alle fasce più bisognose della popolazione”.