L’uomo aveva avuto una denuncia per violenze ai danni della madre dei ragazzi. A supporto dei due fratelli anche una pagina Fb
La Corte di Assise di Genova ha emesso una sentenza di condanna a 21 e a 14 anni di carcere per i fratelli Alessio e Simone Scalamandré, 30 e 22 anni, accusati dell’omicidio del padre, Pasquale, 62 anni, dopo un litigio violento. I fatti risalgono al 10 agosto 2020, nella casa dove abitavano i due fratelli, nel quartiere San Biagio. Il padre era indagato per maltrattamenti ai danni della moglie e da quanto si apprende, era andato a casa loro per chiedere al figlio di 30 anni di ritrattare le accuse a suo carico. Da lì era scaturito un violento litigio, al culmine del quale il giovane lo aveva colpito più volte.
Alessio e Simone erano imputati per omicidio volontario in concorso, reato per cui è prevista una pena minima di 21 anni di reclusione. La Corte d’Assise ha deciso di applicare l’articolo 114 del codice penale che si riferisce al “contributo minimo” che Simone avrebbe dato nel commettere un reato in concorso, facendo così scendere la pena per il ragazzo in modo significativo.
Su Facebook la pagina:”Comitato tutti per Alessio”
I due giovani, hanno assistito alla lettura del verdetto in modo composto, in silenzio, poi sono andati via accompagnati dai loro legali che aspettano l’uscita delle motivazioni per fare appello.
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Soddisfazione da parte dei legali dell’accusa Stefano Bortone, Irene Rebora e Greta Oliveri:«Sentenza che rafforza la nostra convinzione sul fatto che i due imputati in maniera fredda e calcolata abbiano ucciso il loro padre».
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Per supportare Alessio e il fratello, amici e parenti avevano messo su una pagina Fb intitolata «Comitato tutti per Alessio».