Il virologo si difende dalle accuse di essersi arricchito grazie alla pandemia e dice: «Non devo rendere conto a nessuno».
Ha suscitato polemiche l’acquisto da due milioni di euro, da parte del noto virologo Andrea Crisanti, di Villa Priuli Custoza, una villa seicentesca situata a val Viona nel vicentino e finalizzata, nelle intenzioni dello scienziato, a diventare un centro per accogliere scuole e eventi multimediali di stampo scientifico e culturale. In una lunga intervista al Corriere della sera, Crisanti risponde a chi lo accusa di essersi arricchito in pandemia grazie alla sua professione: «Sono rimasto sorpreso e colto alla sprovvista dal rilievo dato a una vicenda privata. A dirla tutta, ci sono rimasto male» dice Crisanti. Che poi aggiunge: «In televisione, ci sono andato sempre gratis. I compensi per le mie consulenze li ho sempre girati al mio dipartimento. Se oltre ai soliti leoni da tastiera, qualcuno ci mette la faccia sostenendo questa tesi vergognosa e infamante, lo denuncio».
Un acquisto diventato un caso mediatico
Davanti al suo acquisto, trasformatosi in un caso mediatico, il virologo non si dà requie: «Ho una bella casa anche a Londra, dove lavoravo fino a pochi anni fa e avevo ottenuto riconoscimenti importanti. Eppure, non è mai successo che qualcuno ne discutesse». La polemica nasce dalla “celebrità” mediatica raggiunta da Crisanti in pandemia, ragion per cui appare spesso sugli schermi televisivi e, di conseguenza, anche la vita privata del microbiologo è ascesa agli onori delle cronache. «Ci sono segni evidenti di un rigetto, non solo mediatico, nei nostri confronti. In questa fase, esiste anche una componente psicologica che porta a uno spirito di rivalsa verso chi ha avuto un’immagine pubblica per via di una tragedia enorme. Ma io non mi sono mai sentito un personaggio, mai. Vado in televisione, rispondo ai giornalisti, cerco di fare divulgazione. Non sono un divo, non vivo nel lusso e negli ori».
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Sull’acquisto della villa Crisanti però tiene il punto: «Non ritengo di doverne rendere conto a nessuno. Ma voglio dire due cose. La prima: non costa due milioni. La seconda: ho fatto un mutuo, neppure troppo leggero. Quanto alle dimensioni, è una dimora – va meglio se la chiamiamo così? – progettata per ospitare familiari, parenti e amici, e stare insieme. Ho una certa età, è normale pensare a cose come questa. Me lo posso permettere. Sono una persona agiata. Io e mia moglie occupiamo posizioni apicali da molto tempo. E abbiamo sempre condotto una vita frugale. I soldi, non li abbiamo mai buttati».
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La fama di Crisanti, nata dalle sue ospitate televisive, lo ha portato sotto la lente del giudizio altrui. «Non ho cercato io la notorietà. E adesso che noi virologi stiamo rientrando nei ranghi non mi mancherà, glielo giuro. Le prime volte sono andato in televisione volentieri, per vincere la mia timidezza intrinseca. Quando infine l’ho superata, l’ho fatto solo per dovere. E dal punto di vista scientifico, avevo le mie soddisfazioni anche prima della pandemia. A me piace la vita sottotraccia, ci torno volentieri».