David Lazzari, Presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi, parla a Meteoweek dei disagi psicologici della popolazione a due anni dalla Pandemia e del bonus psicologico di recente approvazione
A due anni dall’inizio della Pandemia e con la fine prossima dello stato emergenziale, gran parte della popolazione pensa al dopo Covid con il desiderio di lasciarsi alle spalle mesi di restrizioni, incertezze e sofferenze personali e collettive che hanno caratterizzato quest’ultimo biennio. L’eredità del Sars Cov 2 però rischia di diventare ancor più pesante nel momento in cui non vengano presi provvedimenti per aiutare la popolazione a lenire quanto più possibile uno stato di malessere psico-fisico che ormai è palese, declinato in diverse maniere a seconda le diverse fasce d’età.
Il Presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, intervistato da Meteoweek non ha dubbi in merito: “Noi abbiamo un aumento dei disturbi mentali più gravi, ma il problema più diffuso resta un disagio psicologico, un dolore simile ad una fatica che interessa il 30% della popolazione, secondo una sintesi di diverse ricerche internazionali. Dobbiamo rinforzare i tradizionali servizi di psichiatria, ma al contempo predisporre una rete di ascolto e sostegno psicologico che finora il nostro Paese non ha attivato. Il motivo è che questo malessere di cui parlavo riguarda talmente diversi milioni di italiani da essere diventato un problema sociale e strutturale“.
In parte il Governo sembra essere corso ai ripari con l’introduzione del cd “bonus psicologico” (massimo di 600 € a paziente , senza limiti di età, con prescrizione medica e diagnosi del disagio, con quote differenziate a seconda del reddito), ma la lotta per inserirlo nel decreto Milleproroghe e la fatica per vincere le resistenze che avrebbero preferito deviare i fondi verso altro, denuncia una mentalità che va oltre la ben nota coperta corta, che ci differenzia da altri paesi europei colpiti anch’essi dal Covid.
“Il nostro Paese si è attrezzato per curare le malattie mentali, verso le quali abbiamo fatto dei passi importanti. Per quanto invece riguarda il disagio psicologico, l’aiuto alle persone nell’affrontare la vita con maggiore efficacia, abbiamo effettivamente un problema culturale. Nella popolazione vi è la consapevolezza del fatto che il benessere psicologico sia una necessità sociale, non un lusso o una questione individuale. Le Istituzioni invece capiscono che questo problema va affrontato, ma lo fanno tentennando, senza ascoltare gli esperti, a differenza di quanto fatto per la Pandemia coi tecnici.
Insomma per quanto riguarda questo settore, noi psicologi siamo ancora considerati un “optional” e non portatori di competenze che possono aiutare le istituzioni a scegliere in modo efficiente i migliori intertventi da fare. Da questo punto di vista però debbo dire che il bonus psicologico è un segnale culturale importante” – conclude il Presidente Lazzari con una nota di speranza.
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