Lo aveva scritto al fidanzato Andrea al termine del turno di lavoro poco prima di schiantarsi con l’auto sul tragitto di casa.
L’ultimo messaggio mandato al fidanzato è una sintesi della fatica di dieci lunghe ore di lavoro: «Ho sonno, sono stanca morta». Così Sara Viva Sorge, l’infermiera 27enne di San Vito dei Normanni (Brindisi) morta dopo uno schianto in auto la mattina del 15 febbraio, aveva scritto al suo ragazzo Andrea alla fine del turno, l’ultimo nel centro di recupero «San Raffaele» di Ceglie Messapica. Un messaggio che suona come una conferma della denuncia dei sindacati a poche ore dalla morte della giovane, dove si puntava il dito contro i «turni massacranti» a cui infermieri, e più in generale gli operatori sanitari, devono sottostare quotidianamente: «Aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti della struttura. Spesso per una unità lavorativa si arriva a gestire dieci degenti con un carico di lavoro al limite, per questo è incomprensibile un turno di lavoro lungo e con due notti consecutive, questo sicuramente non può consentire il recupero psicofisico dovuto». Dalla struttura, oltre allo «sgomento» per la morte della ragazza arrivata lì da circa 20 giorni, è arrivata poi la conferma della durata dei turni in oggetto, dalle 20 alle 6 di mattina.
Un colpo di sonno avrebbe causato l’incidente
La ragazza, secondo l’ipotesi ritenuta più fondata dagli inquirenti, avrebbe accusato un colpo di sonno che le ha fatto perdere il controllo della sua Twingo bianca. La dinamica dell’incidente costato la vita della giovane infermiera è quindi sostanzialmente chiarita. I Carabinieri di San Vito dei Normanni escludono che nel tragico incidente sia stato coinvolto qualche altro mezzo e nemmeno sono state rinvenute tracce di eventuali passaggi di animali. L’auto su cui viaggiava Sara purtroppo si è intraversata da sola in curva, invadendo l’altra corsia e andando a sbattere contro il palo dell’illuminazione dal lato passeggeri: l’abitacolo ha subito una forte compressione, l’auto è rimasta col muso nella direzione opposta, come se si stesse dirigendo verso San Michele Salentino. Lo schianto è stato violento e non c’è stato nulla da fare per la giovane donna che ha subito un fortissimo trauma al collo.
Una strada pericolosa e piena di curve
I carabinieri fanno osservare che la provinciale tra i due paesi del brindisino è una strada pericolosa, con molte curve, che passa attraverso diversi terreni coltivati. E soprattutto nelle prime ore della mattina il manto stradale è umido e scivoloso anche per via del terriccio presente dopo il passaggio dei mezzi agricoli. L’incidente mortale, dunque, è avvenuto in maniera «autonoma» e non si prevede alcuna inchiesta da parte della magistratura. Si prospetta invece la possibilità di un’indagine sull’organizzazione lavorativa nella struttura riabilitativa della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica dove, proprio stamattina, si è svolta un’assemblea sindacale, organizzata dalla Fp Cgil, per avviare una discussione sui carichi di lavoro e sulle conseguenze dei sovraccarichi.
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Nel frattempo ieri, nella chiesa Immacolata Concezione di San Vito dei Normanni, sono stati celebrati i funerali della ragazza. «Fate in modo che la morte possa generare una nuova realtà, una nuova esistenza una nuova esperienza di relazioni familiari fra di voi e anche con Dio stesso. Sara non ha avuto l’opportunità e il tempo di poter lasciare su questa terra un ricordo concreto, però voi potrete da questo evento triste far generare qualche cosa di positivo e qualche cosa di bello. Cosa? Ve lo suggerirà lei stessa», ha detto durante la predica il parroco Don Mimmo Macilletti. Tra i familiari, i parenti e gli amici era presente anche Andrea, il fidanzato di Sara. «Le avevo comprato un anello, adesso è nella bara con lei», ha detto il giovane che ha poi confermato come la ragazza si fosse più volte lamentata della pesantezza dei turni di lavoro nei primi giorni passati al San Raffaele.
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Tra i moltissimi messaggi di condoglianze fatti pervenire, spicca quello inviato dalla Specimen Invicta Brindisi, la squadra di basket dove gioca Andrea: «La società, lo staff e i giocatori, si uniscono nel dolore che ha colpito il nostro compagno Andrea Cobianchi, per la perdita della sua amata fidanzata. Di fronte ad una tragedia simile, una giovane vita spezzata prematuramente, ci stringiamo forte intorno al nostro compagno, a cui va tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza. Il silenzio ed il rispetto restano le migliori scelte in questo momento. Ti siamo vicini Andrea, come un nostro fratello, ti vogliamo bene!».