Nel primo giorno di obbligo di super green pass a lavoro per gli over 50 è stato boom di richieste di ferie tra gli ultracinquantenni no vax.
Richieste di ferie per un mese, boom di impiegati in smartworking, addirittura un tentativo di farsi licenziare da parte di un lavoratore per avere la certezza della Naspi – l’indennità di disoccupazione – per i prossimi due anni, senza la necessità di vaccinarsi. Questo il bilancio della prima giornata di obbligo di super green pass da mostrare a lavoro per gli over 50. Gli ultracinquantenni no vax che lavorano, tuttavia, non hanno provocato il caos che si temeva. Sulla carta si tratta di mezzo milione di persone, ma per il primo giorno quasi tutti hanno cercato di evitare sospensioni e sanzioni evitando direttamente di presentarsi sul posto di lavoro.
Escamotage che però non godranno i lunga vita: chi si è messo in ferie o in malattia, prima o poi dovrà tornare in ufficio. E verosimilmente sarà prima del 15 giugno, data in cui è previsto il termine dell’obbligo vaccinale per le persone con più di 50 anni. Chi ha richiesto lo smartworking, non ha fatto i conti con il suddetto obbligo vaccinale, che consiste in una norma generale, valida per tutti gli over 50 a prescindere che siano occupati oppure no. Gli ultracinquantenni che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale, dunque, non possono lavorare neppure da casa. Chi ha tentato di farsi licenziare, infine, – posto che ci sia riuscito – al netto dell’emergenza Covid tra due anni si ritroverà a cercare un nuovo lavoro a più di cinquant’anni.
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Cosa succederà a queste persone nelle prossime settimane? Si decideranno a fare il vaccino (per loro) obbligatorio o preferiranno farsi sospendere e rimanere senza stipendio? Al momento, non è dato saperlo. E mentre il governo lavora per un allentamento graduale del green pass a partire dalla fine dello stato di emergenza (prevista per il prossimo 31 marzo), il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ricorda l’importanza di rimanere prudenti anche durante questa fase finale e il vantaggio che porta in questo senso avere il maggior numero possibile di cittadini vaccinati.
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“I dati della pandemia – ha detto Costa a Rai Radio 1 – ci dicono che siamo in una fase positiva, su questo non c’è dubbio. I dati però ci dicono anche che la pandemia c’è ancora, e dobbiamo mettere in atto l’ultimo sforzo per portare il paese fuori da questa situazione nel modo più rapido possibile. L’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 va esattamente in questa direzione, ridurre il più possibile la platea dei non vaccinati”. Poi ha aggiunto: “La norma primaria prevede l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, ed è chiaro che l’obbligo è esteso a tutta questa categoria e fascia d’età. Per cui è assolutamente confermato anche in smartworking. Per il controllo – conclude infine, avvertendo i no vax furbetti – l’operazione è più complicata rispetto ad altri posti di lavoro, ma non escludo che si possano fare anche per loro”.
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