A seguito della morte di un operaio della Brt di Milano Bovisa, il Sindacato di Base propone l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro.
Si chiama Maurizio Tibaldi, il 55enne deceduto in ospedale dopo essere caduto, sabato mattina, da una altezza di 10 metri presso la sede della Brt di Milano Bovisa. Ancora da definire le cause della sua morte. Autorità e USB, infatti, hanno pareri discordanti sul motivo della morte del 55enne.
Incidente o malore?
Maurizio Tibaldi, facchino della Brt di Milano Bovisa, stava salendo su un macchinario che smista i colli per fare i controlli di routine di fine turno. Ancora da chiarire, però, le cause del decesso sulle quali ci sono opinioni diverse e contrastanti. Le autorità, ovvero la Polizia di Stato, la Polizia locale e ATS, sostengono che il 55enne sia stato colpito da un malore improvviso. Dello stesso parere, però, non è l‘USB – Unione Sindacale di Base – fermamente convinta del fatto che si tratti di un nuovo incidente sul lavoro.
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Reato di omicidio sul lavoro
L’USB, dunque, dopo la morte di Lorenzo Parelli e di Giuseppe Lenoci, torna ad accedere i riflettori sulla già presentata richiesta di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. «I lavoratori della Brt avevano segnalato da tempo lo stato precario in cui si trovava la scala utilizzata per svolgere quelle mansioni» tuona l’Unione Sindacale di Base. A ciò si aggiunge anche una critica alle forze politiche che «non hanno rafforzato il ruolo di controllo degli enti preposti» né sembrano essere favorevoli ad una riduzione delle ore di lavoro. Per questo motivo, dunque, l’USB parla di «emergenza nazionale».
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«La condizione operaia deve tornare al centro dell’attenzione e della politica di questo Paese» afferma l’Unione Sindacale di Base. Ed è per questo motivo che il sindacato torna a proporre l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. «Deve diventare centrale il tema della sicurezza, del salario dignitoso e della stabilità di chi la ricchezza la crea» conclude l’USB.