Depositata agli atti del processo una lettera che Tiziano Renzi scrisse al figlio Matteo nel 2017
In una lettera indirizzata al figlio Matteo nel 2017, dopo che si era dimesso da premier, Tiziano Renzi, definisce «Marco Carrai un uomo falso», e «Bianchi Bonifazi e Boschi sono una banda bassotti che hanno davvero lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi». La lettera è ora depositata agli atti del processo per bancarotta a carico dei genitori dell’ex premier.
Dopo l’inchiesta sulle aziende del padre, tra padre e figlio è scaturita una certa tensione e tale tensione sembrerebbe trovare conferma nella missiva scritta e acquisita proprio durante l’inchiesta sulle società gestite dai genitori di Renzi. La difesa aveva manifestato la propria opposizione al deposito, ma i magistrati hanno deciso di acquisirla.
Nella lettera, il padre di Matteo Renzi, scrive:«È dal tempo della provincia che non sono stato messo in condizione di fare un ragionamento completo con te. In questi anni ho avuto la netta percezione, anzi la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai, gli unici colloqui erano conditi di rimproveri di sfiduce preventive. Non ti scrivo certo per lamentarmi, anzi, oggi provo tenerezza per te che malgrado le tue capacità e i tuoi doni, vivi la fine di un’epoca. Voglio solo, per tua informazione, rendicontarti le mie azioni con completezza di motivazioni per comodità parlo di nomi».
Tiziano Renzi prosegue quindi citando personaggi molto vicini al figlio:«Carrai coerentemente non si deve mai più far vedere da me. Uomo falso che mi dice che Del Fante suo amico non fa niente di niente e che mi dice che l’egiziano è pronto ad ascoltarlo e non solo non fa niente per post ma non mi difende contro un attacco oggettivamente non supportato da ragioni professionali. A fronte dell’ectoplasma e della banda bassotti (Bianchi Bonifazi Boschi) io sono stato quello che è passato per ladro prendendolo nel c…. Fa male sentirti dire che non dovevo comprare il capannone riguardo al tuo auspicio che io vada in pensione devo con forza affermare che in pensione dopo una vita vissuta all’avventura mi ci manda il buon Dio, non te. Non solo perché mi sento ancora attivo mentalmente, ma anche perché l’azienda che ha contribuito a sostenere di volta in volta chi, fra i figli, aveva bisogno, non può smettere di farlo. Ho vissuto l’ultimo anno con terrore. Non è servito a niente non posso andare avanti così».
Tiziano Renzi al figlio:«Questa vicenda mi ha tolto la capacità di relazione»
Renzi senior si lamenta con suo figlio del trattamento riservatogli negli ultimi anni:«Una volta mi hai detto con cattiveria che io cercavo visibilità. Ti sbagliavi, io volevo lavorare, lottare per recuperare un’immagine realistica e vera che poteva e doveva servire a te non a me. Io non ho niente da chiedere alla vita di più di ciò che ho. Ho vissuto l’ultimo anno con terrore. Non è servito a niente. Non posso andare avanti così, mi manca la lotta, mi manca lo scontro, mi manca la mia vita di relazione. Se devo cadere preferisco farlo lottando e non nascondendomi. Questa vicenda mi ha tolto la capacità di relazione. Tutti quelli che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per questo fatto. Sono come il re Mida della merda, concimo tutti, stanno interrogando tutti, dipendenti, amici, è folle. Devo sopravvivere senza vivere. Devo nascondermi senza aver fatto niente di male».
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Nella lettera si parla poi del problema inchiesta:«Ora tu hai l’immunità, non esiste più il rischio che da me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta per i valori che hanno animato la nostra vita. Nella contesa occorre attaccare non indietreggiare…Ma occorre saperlo fare farlo sapendo che niente è possibile senza di Lui. Non si può prendere per il culo Medjugorie che è un luogo di verità e sperare di vincere le sfide senza l’aiuto di una fede esperienziale. Ho diverse cause di risarcimento danni che stanno andando avanti con lentezza esasperante».
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Infine, le raccomandazioni sulla politica:«Consentimi una caccola sul mio vecchio amore: la politica la mossa di rimandare le dimissioni è geniale perché ha ridato entusiasmo ai nostri. Tutti hanno capito la posta in gioco. Mi permetto di evidenziare che, visto il clima di destra che si respira, non sarebbe male applicare un sano centralismo democratico al partito in questa fase. La gente è stufa del signor no a prescindere. Democrazia non è anarchia. Se tu dessi un segnale cacciando coloro che minano all’immagine del partito con continue dichiarazioni di distinguo ne guadagneresti in immagine tu e non perderesti granché sul versante voti come si è visto. Certa gente è debole con i forti e forte con i deboli. I voti, pochi o tanti, li prendi tu, quindi che se ne vadano se hanno il coraggio o tacciano fuori dalle sedi giuste per il confronto. Riguardo il tuo nuovo ruolo credo tu debba aprire l’ambulatorio… se c’è una critica che è circolata che tu non hai cagato nessuno perché avevi tante cose da fare. Hai dato un’immagine di supponenza e di autosufficienza e quindi di inutilità della gente che ha portato tutti a ritenerti arrogante. Che tu lo sia o no credo che chi ha un ruolo pubblico non possa sembrarlo. Emeriti coglioni vivevano e resistevano per le relazioni. La bravura è apprezzata solo dagli intelligenti che sono notoriamente minoranza. Una segreteria efficiente necessaria per coltivare le relazioni anche oltre Obama (non vota in Italia)».
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Renzi conclude la missiva diretta a suo figlio con un’ultima riflessione: «Credo che riguarda noi, non molleranno l’osso e continueranno a romperci i coglioni. Ripeto, vorrei lottare».