Il Covid ha aumentato il consumo e i dati potrebbero nascondere numeri ben più grandi di quelli conosciuti. Troppi i consumatori sotto i 25 anni
Tra i tanti disagi sociali che vive Milano in questi mesi, ora arriva anche l’allarme droga: la cocaina risulta essere in enorme diffusione nel capoluogo lombardo soprattutto nei giovani compresi tra i 18 e i 34 anni. Solamente nel mese di gennaio di quest’anno lo sportello dei servizi per le dipende in città ha ricevuto 98 nuovi pazienti che presentavano segnali di abuso.
Secondo il direttore del Dipartimento interaziendale prestazioni erogate in area dipendenze dell’Asst Santi Paolo e Carlo, Riccardo Gatti, la situazione è drammatica in quanto è “solo l’inizio, perché ci aspettiamo, dopo la riduzione delle attività a causa della pandemia, un crescente numero di richieste“. Nelle persone più giovani (18-24 anni) il fenomeno raggiunge dei picchi inquietanti. “In quella fascia di età ci sono più persone che hanno sia problemi di salute legati all’abuso di droga sia problemi con la giustizia connessi a reati di consumo o spaccio” afferma Gatti.
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MILANO, CITTA’ DELLE DIPENDENZE
A Milano attualmente ci sono circa 4mila persone in cura nei servizi sociali per le dipendenze. Il 40% di loro ha gravi problemi di tossicodipendenza da cocaina, il 28% da eroina mentre 596 soggetti con disturbi da alcolismo 802 al gioco d’azzardo. Ma il dato sulle droghe potrebbe essere nettamente superiore, secondo l’esperto, “a Milano, oltre 178mila persone userebbero droghe“ in quanto “il mercato delle droghe è diventato un mass market, ovvero tanti prodotti per tutte le tasche“.
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DROGA A DOMICILIO
Il Covid, con l’isolamento e la socialità limitata, ha aumentato la solitudine e quindi il consumo di droghe ma anche la modalità con cui vengono spacciate. A Milano è circolato un vero e proprio servizio di delivery degli stupefacenti anche per accontentare quel tipo di clientela che non vuole recarsi nei luoghi dello spaccio. ” Farsi assume nuovi significati, ovvero è visto come una strada per modificare il proprio status sociale, per sentirsi più forti nella cultura della prevaricazione” continua Gatti. “E lo spaccio permette di “guadagnare soldi facili che rappresentano il potere“.