Giallo sulla morte di Liliana Resinovich, la donna ritrovata morta in un parco a Trieste. Il fratello deposita una memoria in Procura: “Liliana è stata uccisa”.
Ancora giallo sulla morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita a Trieste agli inizi di gennaio. Acquisita dagli investigatori lo scorso 4 febbraio la lettera di Claudio Sterpin, amico della donna. Lettera che avrebbe scritto e consegnato a un’amica e vicina di casa, e in cui avrebbe raccontato la sua verità sulla morte di Liliana. Tra le ipotesi vagliate anche la pista del suicidio, pista che non convincerebbe però il fratello della donna, Sergio Resinovich. Per l’uomo, infatti, “Liliana è stata uccisa”.
“Liliana è stata uccisa”: la versione del fratello e dell’amico
Liliana Resinovich, 63enne scomparsa di casa il 14 dicembre, è stata ritrovata priva di vita il 5 gennaio scorso avvolta da due sacchi neri nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste. Secondo quanto si apprende da TriestePrima, pare che suo fratello, Sergio, abbia inviato in Procura un documento nel quale sostiene che la sorella non si sarebbe suicidata, ma sarebbe stata uccisa. Il giornale riporta che il documento sarebbe stato inviato via Pec venerdì pomeriggio, ma in merito alla faccenda gli inquirenti preferiscono mantenere il massimo riserbo.
La memoria è stata messa agli atti, e si unisce a un analogo documento depositato qualche giorno fa anche dall’amico della donna, Claudio Sterpin, contenente le stesse convinzioni. In particolare, si sottolinea, nella lettera di Sterpin sarebbero contenuti i nomi di tre persone che potrebbero essere coinvolte (più o meno direttamente) nella morte dell’amica Liliana Resinovich. Fin dalla scomparsa, e soprattutto ad avvenuto ritrovamento del cadavere della donna, in effetti, sia il fratello che l’amico della donna hanno avanzato e sostenuto l’ipotesi (se non addirittura la convinzione) di omicidio.
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Ad ogni modo, si ricorda che nella mattinata di oggi erano stati programmati, nei laboratori della Polizia scientifica di Milano, gli esami non ripetibili su alcuni reperti trovati sul cadavere di Liliana, quali la biancheria intima, le chiavi, la bottiglietta trovata accanto al corpo, un guanto elastico e a un cordino trovati sul posto.
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Serve ancora tempo alle autorità per analizzare i risultati degli esami. Nel frattempo, però, il marito Sebastiano Visintin continua a dirsi sereno, perché “estraneo” alla morte di Liliana. Eppure, ad oggi non risultano ancora indagati per la morte di Liliana Resinovich. Nemmeno l’autopsia sul cadavere non ha fatto luce sulle cause della morte.