Eseguita questa mattina la confisca del tesoro del clan mafioso Casamonica: maxi sequestro da oltre 20 milioni di euro. Tra i beni confiscati si contano anche tre ville, un bar e una pompa di benzina.
Il Tribunale di Roma ha riconosciuto nel settembre scorso la famiglia dei Casamonica come una associazione di stampo mafioso. Con una quarantina di condanne emesse nei confronti dei suoi esponenti, tra i reati contestati anche estorsione, usura e detenzione illegale di armi. Alla luce del processo, durante la mattinata di oggi la divisione anticrimine della Questura di Roma ha eseguito un decreto di confisca nei confronti di Giuseppe (classe 1950), del figlio “Pelè” Guerrino (classe 1970) e di Christian Casamonica (classe 1984).
La confisca viene a conferma del provvedimento di sequestro dei beni disposto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione già effettuato il 16 giugno 2020, contestualmente a diverse ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di alcuni esponenti del “clan Casamonica”. Secondo quanto si apprende, il “tesoro” confiscato questa mattina consisterebbe in tre ville, appartamenti, una pompa di benzina e un bar alle porte di Roma. Si contano però anche una società, varie auto e oggetti di lusso – per un valore complessivo di oltre 20 milioni di euro.
Il “tesoro” confiscato ai Casamonica
Il provvedimento di confisca segue i risultati delle indagini patrimoniali condotte dalla Divisione Polizia Anticrimine, durante le quali è stata evidenziata una notevole sproporzione tra i beni e i redditi dichiarati, oltre che l’origine illecita dei proventi. I soggetti colpiti dal provvedimento sono accusati di criminalità organizzati, di attività usurarie e di esercizio abusivo del credito, oltre che di condotte estorsive e di intestazione fittizia di beni. I tre (Giuseppe, “Pelè” Guerrino e Christian Casamonica) erano stati condannati in data 16 luglio 2021, con i giudici della X sezione penale del Tribunale di Roma che, dopo circa 7 ore di camera di consiglio, hanno riconosciuto l’associazione di stampo mafioso per l’organizzazione criminale attiva nell’area est della Capitale. In tutto, erano state una quarantina le condanne a carico di capi e affiliati al clan.
Le forze dell’ordine hanno quindi provveduto alla confisca della sfarzosa “Villa Sonia” con piscina di via Roccarbernarda 8 (di proprietà di “Pelè”), la storica villa con piscina sita in Via Flavia Demetria 90 (di Giuseppe), e una villa a Monterosi, in provincia di Viterbo. Due delle tre ville confiscate, ovvero quella di Monterosi e quella sita in via Roccarbernarda, sono state assegnate ad uso di finalità sociali, a gestione della Regione Lazio e dell’amministrazione comunale.
LEGGI ANCHE: Offriva sesso come “cura” alle pazienti, Procura fa ricorso per mandarlo in carcere
Oggetti di confisca, si legge nella nota, sono anche “alcune quote di 5 società di capitali”, la “totalità delle quote di 2 società di persone e 1 ditta individuale”, diversi complessi aziendali, “una pompa di benzina a marchio “IP” con bar tabacchi, situata a San Cesareo (RM), un bar tabacchi a Montecompatri (RM), 1 contratto di concessione del godimento di un complesso immobiliare, con diritto di acquisto ai sensi del D.L. 12/9/2014 n. 133 (rent to buy) 1 veicolo e oggetti preziosi per un valore di oltre 30.000 euro 10 polizze di pegno per un valore di oltre 30.000 euro Disponibilità bancarie per un valore di 65.000 euro presso vari Istituti di credito”.
LEGGI ANCHE: Messina, beni confiscati alla mafia assegnati ad associazioni del territorio
Inoltre, dato che “sul piano soggettivo è stata provata l’attualità della pericolosità sia generica che qualificata dei proposti”, il Tribunale Misure di Prevenzione ha “applicato la misura personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza” di tre anni nei confronti di Giuseppe e Guerrino Casamonica, e di due anni nei confronti di Christian Casamonica.