123 milioni di dollari: è questo l’appello lanciato dall’Unicef per assicurare beni primari ed evitare che la situazione possa precipitare definitivamente. Il Direttore generale dell’Unicef per l’Africa: «Il loro futuro, le loro vite dipendono da questo. Dobbiamo agire insieme, farlo subito e in tutti i settori».
«La situazione dei bambini e delle famiglie nel Corno d’Africa è terribile» con queste parole, Mohamed M. Fall, Direttore regionale dell’Unicef per l’Africa lancia l’allarme e riporta l’attenzione sulla gravi condizioni dei bambini e delle famiglie che popolano quei luoghi.
Rischio malnutrizione acuta
«Sono disperati. – continua Mohamed Fall – Milioni di vite sono in bilico. I bisogni sono enormi e urgenti e stanno rapidamente superando i fondi disponibili per la risposta». Fall si augura, per questo, una azione il più veloce possibile che possa prevenire un disastro di dimensioni enormi. Eritrea, Etiopia, Kenya e Somalia: queste le zone in cui vi è una minaccia maggiore. Secondo una stima dell’Unicef, circa 20 milioni di persone avranno bisogno di acqua e assistenza alimentare per i prossimi sei mesi.
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Di questi, sono 5,5 milioni invece i bambini che sono a rischio malnutrizione acuta. Stando ai dati raccolti, 1,4 milioni sono i bambini che hanno una forma di malnutrizione acuta grave. Numeri impressionati che, secondo l’Unicef, potrebbero continuare ad aumentare del 50% se non si arriva ad una soluzione.
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L’appello dell’Unicef
Complice di questa situazione è il cambiamento climatico. Etiopia, Eritrea, Somalia e Kenya, infatti, stanno attraversando un periodo di forte siccità. Siccità che ha portato ad una drastica diminuzione dell’acqua e alla distruzione di bestiame e campi. La carestia che sta colpendo questi luoghi e la popolazione porta le famiglie, in preda alla disperazione, a lasciare le proprie case mettendo a rischio non solo le condizioni di salute e quindi la loro vita ma anche quella dei loro figli. L’Unicef, allora, che ha già avviato una azione di sostegno, lancia un appello e chiede 123 milioni di dollari per riuscire a garantire, fino a giungo 2022, i bisogni primari ed evitare che la situazione precipiti definitivamente.