Il Tribunale dei minori dà ragione all’ospedale Sant’Orsola: il delicato intervento al cuore si farà, nessun pericolo per il piccolo da sangue vax o no vax.
Dal tribunale per i minorenni di Bologna arriva la provvisoria sospensione della potestà genitoriale per i genitori del bimbo del Modenese che avevano rifiutato l’impiego di sangue di persone sottoposte alla vaccinazione anti Covid per le trasfusioni indispensabili per l’intervento al cuore del figlio, affetto da una cardiopatia. Un nuovo tassello va così a sommarsi alla decisione presa dal tribunale di Modena, che nei giorni precedenti aveva accolto il ricorso dell’ospedale Sant’Orsola.
Il giudice tutelare Alberto Rovatti, dopo aver udito le motivazioni dei genitori, aveva fatto prevalere la necessità di prestare le cure necessarie al bimbo di due anni e aveva così nominato Chiara Gibertoni, direttrice generale del Sant’Orsola, come curatore speciale del piccolo. Il Policlinico bolognese aveva messo al corrente del caso anche la Procura dei minori di Bologna, sotto la guida di Silvia Marzocchi, che il 2 febbraio, dopo essersi attivata per approfondire la vicenda, aveva presentato ricorso. Il Tribunale dei minori ha esaminato il caso e la conseguenza è stata la limitazione della responsabilità dei genitori del piccolo. Stando a quanto riferisce Ansa, il Tribunale ha provvisoriamente sospeso la potestà genitoriale dei genitori per salvaguardare la salute del bambino e ha nominato tutore il servizio sociale territorialmente competente.
Prima di presentarsi davanti al giudice, i due genitori avevano rifiutato di firmare il consenso informato richiesto per l’operazione del figlio: pretendevano infatti dal Sant’Orsola la garanzia che, durante le trasfusioni necessarie, sarebbe stato impiegato soltanto il sangue proveniente da persone non vaccinate contro il Covid. La motivazione, stando a quanto comunica il legale della famiglia Ugo Bertaglia, avrebbe a che vedere con ragioni di ordine religioso, legate probabilmente a fake news sulle caratteristiche del sangue delle persone vaccinate.
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Dopo il diniego – argomentato e spiegato – da parte dell’ospedale ha avuto inizio il braccio di ferro legale. I genitori hanno cercato di dimostrare al giudice che molti non vaccinati si erano resi disponibili a donare sangue no vax al figlio. Hanno presentato una lista di quarantaquattro persone, allargatasi ulteriormente con le adesioni raccolte via Telegram. Il giudice ha però confermato la sicurezza del sangue, sia di vaccinati che di non vaccinati, e ha accolto le motivazioni dei medici dopo che questi avevano rimarcato l’urgenza di intervenire in maniera risolutiva sulla cardiopatia del piccolo di due anni.
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E ora anche il tribunale dei minori di Bologna è intervenuto per garantire che l’intervento sia eseguito e per mettere al primo posto la salute del piccolo. Entro pochi giorni, poche settimane al massimo, il delicato intervento al cuore, non più procrastinabile, dovrà essere effettuato. E quando i medici daranno finalmente l’ok, potrebbe toccare a Chiara Gibertoni, direttrice generale del Policlinico bolognese e curatore del bambino, mettere la firma al consenso informato necessario a procedere con l’operazione.
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