Il mailgate portato alla luce dalla trasmissione di Mario Giordano rivela come a inizio anno Draghi ha smesso di ascoltare il Comitato tecnico Scientifico sulle decisioni più importanti
Negli ultimi mesi, il governo guidato da Mario Draghi si è ritrovato a prendere decisioni, nell’ambito del contrasto all’emergenza sanitaria, che hanno letteralmente spaccato in due il paese.
La scelta di utilizzare i vaccini come unica arma possibile nella lotta contro il Covid, ha portato come diretta conseguenza una politica molto aggressiva per incentivare le vaccinazioni. Questo ha creato delle discriminazioni sociali che resteranno nella storia della nostra nazione.
Tra l’imposizione del super green pass come condizione fondamentale per poter lavorare, gli obblighi recentemente varati per gli over 50, che sanciscono la vaccinazione come “sacrificio” richiesto ai cittadini, e l’introduzione di un passaporto che certifichi la “non contagiosità” degli individui ( per citare lo stesso premier ad agosto) , l’esecutivo si è ritrovato sostanzialmente a privare più di sei milioni di italiani dei loro diritti fondamentali in nome dell’emergenza sanitaria.
Scelte sofferte forse, che Draghi ha sempre difeso spiegando che si agiva semplicemente seguendo i dati, le evidenze scientifiche del momento. Un recente servizio prodotto e mandato in onda in questi giorni dalla trasmissione “Fuori dal Coro” mette però in discussione questa tesi. I giornalisti di Mediaset sono infatti riusciti a venire in possesso di alcune email scritte da un rappresentante del Comitato Tecnico Scientifico. Una corrispondenza che svela come, da un certo punto in poi, Mario Draghi abbia iniziato a decidere di testa sua, smettendo di tenere in considerazione le opinioni dei consulenti scientifici al servizio del governo.
Si legge ad esempio nella mail pubblicata come vi fosse una grande perplessità da parte del Cts su come“certe decisioni, rispetto alle modalità con cui vengono prese. Cito ad esempio il nostro mancato coinvolgimento”. In una seconda mail si fa addirittura riferimento al green pass come “un provvedimento di natura amministrativa, una decisione politica intesa a far pesare la tutela della comunità più del diritto individuale”.
Le email trafugate fanno riferimento ai primi giorni di gennaio del 2022, quando il governo decide di introdurre l’obbligo vaccinale per gli over 50.
La questione non è da poco.
L’obbligo di vaccinazione per il solo fatto di essere cittadini è stata forse la misura più pesante e discriminatoria presa dall’esecutivo per contrastare la pandemia, e il fatto che una decisione così delicata sia stata presa senza consultare il Comitato Tecnico Scientifico, ribalta totalmente la narrativa che Draghi aveva fin questo momento adottato.
Tante scelte drammatiche, come quella di impedire a chi non dispone del super green pass di potersi spostare sul territorio italiano, e che hanno creato tantissimi problemi alla popolazione, confinando nei fatti una minoranza sul territorio, si reggevano sul filo sottile di ciò che imponeva la scienza come necessario. Adesso invece scopriamo che il governo si è sentito in dovere di prendere delle decisioni meramente politiche, in cui il parere del Cts non era fondamentale. Al punto che l’anonimo rappresentante del Cts che scrive questi mail, non può che definirsi “sconcertato” da questa situazione.