La febbre di Lassa è una malattia causata da un virus “parente” dell’Ebola e nel Regno Unito sono appena stati accertati due casi.
Due casi accertati nel Regno Unito e la preoccupazione di un nuovo virus è già una realtà. La malattia si chiama febbre di Lassa ed è una patologia causata da un virus “parente” dell’Ebola. I due contagi corrispondono a due persone infettate dopo un viaggio in Africa Occidentale. Una delle due sta bene ed è completamente guarita, l’altra è ancora in fase di ricovero. In più, c’è un terzo sospetto di contagi: la persona in questione – ricoverata in una struttura specializzata nel trattamento di malattie infettive e tropicali – mostra tutti i sintomi della febbre di Lassa ma la sua positività al virus non è ancora stata confermata. Ma cos’è la febbre di Lassa e perché fa paura?
La febbre di Lassa prende il nome dall’omonima città della Nigeria in cui, nel 1969, due infermiere missionarie contrassero il virus e morirono a causa di quell’infezione ancora sconosciuta all’epoca. Si tratta di una patologia emorragica acuta, il cui virus è a Rna. Questo vuol dire che può scatenare emorragie interne a più organi. Tuttavia il virus che provoca la febbre di Lassa e meno letale e meno contagioso dell’Ebola, tanto che in diversi Paesi dell’Africa Occidentale è considerato un virus endemico. Il basso livello di contagiosità, inoltre, la rende una malattia meno preoccupante per il timore di una diffusione capillare ed esponenziale. Il virus a Rna che la causa infatti appartiene alla famiglia degli Arenaviridae ed è diffuso prevalentemente in Africa. I casi di importazione nel resto del mondo sono rari e riguardano quasi solamente soggetti particolarmente a rischio, come dottori e altri operatori sanitari. Le principali cause di contagio sono l’esposizione a cibo o oggetti ricoperti da urina o feci di ratto, oppure l’infezione da fluidi corporei.
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Otto persone su dieci, cioè l’80 per cento, sviluppano una malattia lieve o asintomatica. Il restante 20 per cento invece può contrarre diversi sintomi: dalla febbre all’affaticamento fisico, passando per vomito, mal di testa, dolori addominali. E ancora, nausea o diarrea. L’incubazione del virus può durare fino a 21 giorni. Le persone che sviluppano sintomi più gravi possono manifestare anche edema del volto e del collo, insufficienza respiratoria, versamento pleurico e pericardico, proteinuria, encefalopatia, sanguinamento delle mucose. Ma anche ipotensione, shock e, nella fase della convalescenza, ipoacusia. Il tasso di mortalità della febbre di Lassa è minore dell’1 per cento, quando c’è regolare accesso alle cure (ossigeno, antivirali e farmaci per la pressione sanguigna). In caso contrario, la letalità può salire fino al 20 per cento.
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“Si tratta di un’infezione che non si diffonde facilmente tra le persone, il rischio complessivo per il pubblico è molto basso“, ha spiegato il capo consigliere medico dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito Susan Hopkins. Nessuna preoccupazione, dunque, secondo i sanitari del Regno Unito. Poi ha aggiunto Hopkins: “Stiamo contattando chi ha avuto contatti stretti con i casi prima della conferma della loro infezione, per fornire valutazioni e supporti adeguati”.
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