Giornalista dallo stile insieme raffinato, incisivo e professionale, Donatella Raffai aveva 78 anni: è stata lanciata sul grande schermo nel 1989 grazie alla trasmissione di cui era conduttrice e autrice.
È morta Donatella Raffai. Aveva 78 anni, era malata da tempo. A lungo conduttrice e volto storico di «Chi l’ha visto?» e dell’antesignano «Telefono Giallo» (con Corrado Augias), a dare la notizia della sua scomparsa è stato il marito, Sergio Maestranzi, ex regista della Rai. I due si erano sposati solo un anno fa, dopo aver convissuto per oltre 30 anni, e dopo due precedenti matrimoni. «Il nostro è stato un grande e meraviglioso amore, Donatella una donna generosa, riservata, che aveva deciso a un certo punto di allontanarsi dalla tv e di dedicarsi alla vita privata», ha dichiarato il marito. «Sono state dette tante cose, ma è tutto molto semplice».
Dal 2000 si era allontanata dal grande schermo
Raffai era marchigiana, nativa di Fabriano (in provincia di Ancona) ma vissuta per gran parte della sua esistenza a Roma. Assieme al marito si muoveva spesso, per un periodo dell’anno, nella sua casa in Costa Azzurra. La popolare conduttrice lascia due figli gemelli (avuti col primo matrimonio e ormai adulti) e i nipoti. Da molto — esattamente dal 2000 — si era allontanata per sua scelta dagli schermi. I funerali avranno luogo domani a Roma alle ore 12,30 nella chiesa parrocchiale di via Flaminia vecchia. Secondo quanto è stato reso noto, «la bara sarà esposta al pubblico in chiesa per mezz’ora prima della funzione».
Una carriera varia e multiforme
Donatella Raffai è stata protagonista di una carriera variegata e multiforme anche se, per una generazione, è stata identificata solo come volto e anima di «Chi l’ha visto?». Dopo aver provato la carriera cinematografica a soli 16 anni, Donatella Raffai ha lavorato nel settore della discografia con Rca dove si occupava di pubbliche relazioni: lì ha curato l’immagine di cantanti allora esordienti come Claudio Baglioni e Nada. Nel 1971 fa il suo ingresso in Rai, prima alla radio (alla conduzione di «Chiamate Roma 3131») poi, verso la fine degli anni 80, passa alla televisione e approda a Rai3.
La prima storica puntata di «Chi l’ha visto?» va in onda il 30 aprile 1989 su Rai3. Oltre a esserne conduttrice, Donatella Raffai, 45enne all’epoca, ne è autrice e, pur essendo già da tempo una giornalista della rete diretta da Angelo Guglielmi, ancora non è uno dei volti noti del grande schermo. Al suo fianco c’è il giornalista Paolo Guzzanti, padre di Corrado e Sabina. Il programma ha subito successo: l’anno successivo Guzzanti lascia spazio all’avvocato Luigi Di Majo e la Raffai vede premiato li suo sforzo con la vincita sia del Telegatto che dell’Oscar TV per il personaggio televisivo femminile dell’anno. Raffai, col suo piglio e lo stile incisivo era riuscita a conquistare il pubblico e a trasformare «Chi l’ha visto?» in una trasmissione cult. È il momento più alto della «tv-verità» voluta dal direttore di Rai3 Guglielmi e ancora oggi rimane uno dei migliori risultati “storici” della terza rete Rai.
Nuove avventure professionali dopo «Chi l’ha visto?»
L’anno seguente, nel 1991, Raffai decide di affrontare nuove sfide e si dedica a «Parte Civile» sempre in prima serata su Rai3, la trasmissione però non durerà che una sola stagione. Analoga sorte tocca anche al preserale quotidiano «8262» che sarà cancellato dalla programmazione nel giro di poche settimane. Nella seconda parte della stagione 1992-1993 torna allora, per cercare di risollevarne le sorti, al programma l’aveva lanciata: è di nuovo a condurre di «Chi l’ha visto?» prima di passare il testimone, nell’aprile 1994, a Giovanna Milella. Come racconta al Corriere della sera Massimiliano Jattoni Dall’Asén, Raffai soffriva molto le imposizioni da parte dell’azienda: «Io, come Michele Santoro, soffro per l’incasellamento imposto dall’azienda. Uno cerca di fare cose nuove, tenta la via della sperimentazione, ma trova sempre ostacoli. Il sistema-Rai ti obbliga a occupare una certa casella, il palinsesto diventa una prigionia».
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È il 1995 quando passa a Rai1, alla guida di un programma in seconda serata, e nella stagione 1996-1997 prende parte, come inviata, alla «Domenica In» presentata da Fabrizio Frizzi. Le frizioni con la Rai finiscono però per spingerla a lasciare la tv di stato. Approdare così a Mediaset dove nel 1999 è su Rete4 a condurre il format «Giallo 4». Nelle intenzioni doveva trattarsi di una specie di remake di «Telefono Giallo», la trasmissione di Rai3 a cui Raffai aveva preso parte assieme a Corrado Augias nel 1987, ma il programma è un flop. È la sua ultima avventura televisiva: non condurrà più alcun programma tv.
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I palinsesti di Rai e Mediaset e Rai stanno per aprirsi ai reality show e, per paradosso, la tv-verità, raccontata col rigore professionale e lo stile elegante di Raffai, sembra non suscitare più l’interesse dei dirigenti televisivi. A dimostrare però la bontà della sua intuizione c’è il successo di «Chi l’ha visto?» che, condotto dal 2004 da Federica Sciarelli, continua ad andare in onda, senza soluzione di continuità, da ben 33 anni.