Sotto accusa l’ex sostituto procuratore di Salerno: avrebbe cercato di favorire professionalmente la sua compagna rivelando informazioni riservate su indagini in corso.
Avrebbe passato informazioni riservate a alcuni imprenditori su indagini portate avanti dal suo ufficio in cambio di incarichi professionali a un’avvocatessa con la quale aveva un legame sul piano sentimentale. È questa l’accusa avanzata nei confronti di Roberto Penna, sostituto procuratore di Salerno all’epoca dei fatti: il magistrato è tra le cinque persone fermate dal Ros di Napoli nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli (competente per le indagini dei magistrati di Salerno).
Gli altri nomi raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Napoli, sono quelli dell’avvocato Maria Gabriella Gallevi e degli imprenditori Francesco Vorro, Umberto Inverso e Fabrizio Lisi, quest’ultimo ex generale della Guardia di Finanza. Sono tutti indagati a vario titolo di corruzione nell’esercizio delle funzioni, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità.
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A luglio 2021 il Ros ha perquisito ufficio e abitazione di Penna. Le indagini, svoltesi sotto il coordinamento dei pm Antonello Ardituro e Antonella Fratello, avrebbero fatto emergere lo svolgimento di incontri tra Penna e gli imprenditori coinvolti nel suo ufficio della cittadella giudiziaria di Salerno. Nel corso degli incontri, sempre secondo la tesi accusatoria, Penna avrebbe rivelato ai diretti interessati l’esistenza di alcuni procedimenti penali a loro carico, chiedendo in contropartita l’ottenimento di incarichi professionali per la sua compagna Gallevi.
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Duranti gli anni passati alla Procura di Salerno, Penna si è distinto in particolar modo per aver coordinato le indagini su Vincenzo De Luca, allora sindaco di Salerno, a riguardo della realizzazione di un termovalorizzatore. Condannato in primo grado nel gennaio 2015 e condannato a un anno di reclusione, De Luca è stato poi assolto in appello. Il pm Penna aveva richiesto per lui una condanna a 3 anni.
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