Pietro Benfatto è morto domenica scorsa, guidando a 17 anni l’auto dei suoi genitori. L’amico: «Aveva già guidato prima, ma quei due non erano suoi amici»
Il decesso di Pietro Benfatto, 17 anni, di Mortise (Padova), ha scioccato la città. Il ragazzo è morto la scorsa domenica in un incidente stradale.
Ovidio Pran, alias 16Grams, amico rapper del ragazzo, è affranto dal dolore:«Volevo aiutarlo a emergere. Aveva già guidato prima, ma quei due non erano suoi amici».
Il 17enne era alla guida dell’auto dei suoi genitori, ma non aveva la patente. Ovidio e Pietro avevano collaborato e sia a Ovidio che agli altri ragazzi della comitiva, non piacevano le nuove frequentazioni di Pietro. Come riporta Il Gazzettino, Ovidio chiarisce:«Li conosciamo tutti, ma sono dei falsi amici. Chi lascia mettere al volante un ragazzo in quelle condizioni? Sono distrutto. Purtroppo ultimamente sto lavorando tanto, ed era qualche tempo che non vedevo Pietro. Riuscivamo a incontrarci un paio di volte al mese e parlavamo del nostro progetto. Anzi, dei tanti progetti che avevamo».
Ovidio spiega ancora che Pietro «si frequentava con questi due ragazzi che per me sono dei finti amici. Mi hanno detto che erano più sere che Pietro prendeva la macchina, i suoi sapevano che la guidava un altro. E lo stesso è successo domenica notte. Quando è stata ora di tornare a casa, nessuno voleva montare con lui perché era ubriaco. Dei veri amici, come noi della sua compagnia, non gli avremmo mai permesso di fare ‘ste robe».
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E aggiunge ancora:«Lo sapevamo com’era fatto Prince, era un po’ vivace, gli piaceva vivere la vita un po’ all’estremo. Siamo cresciuti in questa specie di ghetto dove i nostri genitori sono brave persone, ma un po’ di povertà dietro c’è sempre e così si vive un po’ al limite, si aspira a qualcosa di meglio, ma da qui a lasciar fare delle cazzate del genere ce ne vuole».
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Il sogno di Pietro era quello di fare il cantante di musica trap, come conferma lo stesso amico:«Il suo desiderio era quello di cantare. L’ha fatto fin da piccolo, ma non lo sapeva nessuno, era introverso. Poi, nell’estate 2020 abbiamo fatto quella canzone, abbiamo comprato un sacco di basi, avevamo tanti progetti. Tanti contatti con tanti studi, aspettavamo che qualcuno ci chiamasse ed eravamo pronti. Lui era bravo, aveva i numeri per sfondare», chiosa.
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