Arrivato l’ok del Garante della Privacy. Il monitoraggio partirà da marzo 2022: servirà a scovare gli evasori fiscali.
Il fisco potrà controllare conti correnti e carte di credito dei contribuenti italiani per dare la caccia agli evasori. È arrivato l’ok del Garante della Privacy che ha dato il via libera alla possibilità di incrociare banche dati, un passo considerato prioritario per arrivare a stanare chi froda il fisco. Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza avranno dunque a disposizione un dataset di contribuenti classificati in base al rischio da poter monitorare e sottoporre a controlli mirati. Per chiudere il cerchio servirà il decreto del ministero dell’Economia, in previsione per la fine del prossimo mese di marzo. E insieme aumenteranno le lettere di accertamento che l’Agenzia invia ai contribuenti invitandoli a mettersi in regola col pagamento delle tasse.
Gli algoritmi genereranno due liste in base al rischio di evasione
Come funzionerà con l’incrocio delle banche dati? Lo spiega il Messaggero di oggi. La bozza di decreto del ministero prevede la creazione, attraverso gli algoritmi, di due “dataset”, in pratica si tratta di due liste.
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La prima lista, definita di «analisi», servirà ad analizzare, sulla base di criteri di rischio fiscale definiti, se all’interno di una determinata platea di contribuenti vi sono particolari rischi di evasione. Il secondo “dataset”, cioè la seconda lista, è definita di «controllo» e coinvolgerà quei contribuenti che secondo l’analisi possiedono uno o più rischi fiscali.
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Nei confronti di questa seconda categoria potranno partire le attività di controllo o quelle indirizzate a “stimolare” l’adempimento spontaneo da parte del contribuente. Come ad esempio le lettere di accertamento. Il fisco conserverà la black list per dieci anni. Gli utenti saranno però indicati con nomi di fantasia fino al momento dell’effettivo controllo. Nel frattempo, informa il Messaggero, il Garante ha chiesto all’Agenzia di indicare in maniera più puntuale le banche dati di cui intende fare uso. In particolare per quel che riguarda le detrazioni per le spese sanitarie. Anche se questi dati verranno trattati in forma aggregata, resta il rischio che tra i parametri adottati per valutare la propensione all’evasione vengano impiegati anche i dati sensibili sulla salute.