La triste vicenda del piccolo Rayan era divenuta subito nota in tutto il mondo. Gli aggiornamenti costanti riguardo i soccorsi, e il lavoro che stavano svolgendo per raggiungere il bimbo di cinque anni, caduto nel pozzo, avevano tenuto tutti con il fiato sospeso. Per noi, in Italia, era stato immediato il collegamento con Alfredino Rampi, il ragazzino caduto nel pozzo a Vermicino, il 10 giugno del 1981, una vicenda distante nel tempo ma di cui ancora si sente l’eco della tragedia.
Rayan è caduto nel pozzo il primo febbraio, la tragedia è accaduta in Marocco a Ighrane. I soccorsi hanno fatto il possibile per salvarlo, tra di loro in particoalare un uomo, che ha scavato a mani nude per ore per poter trarre in salvo il bimbo. Ora che Rayan non c’è piu’, ai suoi cari, a chi li ha circondati di affetto, è rimasta solo la preghiera e un fiume di persone ha accompagnato il piccolo nel suo ultimo viaggio.
I funerali sono iniziati dopo la preghiera musulmana di mezzogiorno. La bara, avvolta in un drappo verde, è stata trasportata anche dal papà del bimbo. Una breve preghiera è stata recitata davanti alla famiglia e a migliaia di persone, prima della sepoltura, in un vecchio cimitero vicino a Ighrane, il villaggio sulle montagne nel nord del Marocco, dove è avvenuto l’incidente.
Il corpicino del bimbo è stato recuperato sabato sera e trasferito in elicottero presso l’ospedale militare di Rabat per effettuare l’autopsia il cui l’esito non è ancora stato diffuso.
La gara di solidarietà
La morte del bimbo ha suscitato sgomento in tutto il mondo ed è scattata una gara di solidarietà per aiutare la famiglia di Rayan. Il calciatore marocchino Abderrazak Hamdallah, sui social ha annunciato di voler donare «una casa completamente attrezzata». È stata inoltre avviata una raccolta fondi sulla piattaforma crowfunding Lauch Good, che ha fino ad ora superato i 129.000 dollari.
I lavoratori hanno intanto iniziato a riempire la buca che era stata scavata per cercare di salvare il piccolo.