Gialli italiani, il cacciatore di anoressiche: “La donna ideale ha la pelle trasparente” [VIDEO]

Un’ideale di bellezza che ti uccide, un uomo in cerca di menti fragili da plagiare, da manipolare a suo piacimento. Il ‘suo’ mondo, un tunnel dell’orrore a cui non accedere, mai. Non è stato così per Monica Calò, finita nella rete, stritolata da quella morsa, uccisa senza pietà. Marco Mariolini è uscito dal carcere un anno fa, nel 1998 uccise l’ex compagna, Monica, una giovane studentessa, con 22 coltellate. L’orrore ha ispirato il regista Matteo Garrone, che ne ha tratto un docufilm.

Marco Mariolini durante l’intervista con Franca Leosini – MeteoWeek

Mariolini è un bimbo solitario, la mamma è una donna impegnata nelle pulizie domestiche, il padre una figura remissiva che non lo segue molto, il piccolo passa il suo tempo con i nonni. Marco cresce a disagio con il suo aspetto estetico, una condizione che però non sembra allarmare, appare come un uomo ‘tranquillo’, un antiquario con un’esistenza normale che a vent’anni, nel 1980 si sposa con Lucia, il suo primo amore.

La prima vittima

Normale all’apparenza, che poi la normalità, si sa, non esiste, men che meno dentro Marco che cova qualcosa di oscuro e di impronunciabile. Un desiderio di annientare la persona che ha accanto, di far sì che questa si distrugga letteralmente.  «La donna ideale me la immagino con la pelle trasparente e la spina dorsale che si vede dalla pancia», gli appunti di Mariolini. E nella sua mente il terribile progetto, di giorno in giorno, prende forma e lui che tenta di prendere il sopravvento sulla moglie, fragile e accondiscendente. La donna arriva infatti a pesare 33 chili. Le persone intorno a loro, parenti e amici, sono sconcertati da quella condizione ma nessuno osa interferire, poiché a loro avviso si tratta comunque di una scelta adulta e consapevole.

La gravidanza e il disgusto

È la vita a salvare la moglie di Marco, la vita che porta dentro. Le due gravidanze rendono, agli occhi di Mariolini, la moglie intoccabile e inguardabile. Per i suoi standard lei è indegna di stargli accanto. Lui non riesce più a vivere con lei, decide di cercare altrove la sua prossima vittima. Si separano, lei è libera, lui è un lupo in cerca di una preda. Vive come vagabondo per un po’, trascura la sua attività e affamato vaga in cerca: frequenta balere con il desiderio di trovare corpi in grado di soddisfarlo. Disperato non riesce a raggiungere il suo intento, internet non è ancora fruibile e Mariolini ha l’idea di pubblicare degli annunci sui giornali per trovare ‘l’anima gemella’ e cerca:  «a scopo di convivenza o matrimonio donne dai 18 ai 50 anni magre, anzi magrissime».

Monica

Ad ogni carnefice la sua vittima. È inevitabile che, per ogni perversione ci sia qualcuno disposto a piegarsi, a soccombere. Una giovane studentessa di un liceo linguistico dell’alto Piemonte e iscritta a un corso universitario di logopedia, Monica Calò, risponde all’annuncio. Sono i primi anni 90, la ragazza prende un treno e si incontra con Mariolini per un caffè. Lei ha 25 anni, è alta un metro e 72 e pesa 44 chili, probabilmente è la prima cosa che comunica a Marco, soprattutto la sua intenzione di perdere ancora qualche chilo. A lui non sembra vero: è la vittima perfetta.

Va a vivere con lui, la trascina letteralmente son sé. Quando escono insieme, lui mangia senza freni, la costringe ad assistere mentre lei al massimo può bere un tè. Di nascosto, ogni tanto, lei rosicchia qualche crosta di formaggio. Più Monica scompare, più la soddisfazione di lui cresce. Il suo potere è annientarla, anzi, lasciare che si annienti autonomamente. Se per caso Monica si azzarda a mangiare qualcosa, lui la colpisce allo stomaco per costringerla a vomitare quel poco cibo ingerito. Monica è disperata e cerca il cibo nei cestini.

Monica Calò, la vittima – MeteoWeek

Monica non ce la fa più, è il 1996 e quel rapporto si trascina tra sofferenza, litigi, scenate e deliri di onnipotenza. I due litigano durante una serata allucinante. Si trovano al ristorante, lei azzada un ordine: vuole mangiare Monica e chiede un piatto di gnocchi. La ragazza si avvenuta sul piatto estenuata da mesi di digiuno. Marco tenta di dissuaderla ma lei scappa in cucina con il piatto e si rifugia li’per poter mangiare. Lui interviene prendendola a schiaffi la riporta al tavolo. Lì per lì sembra che Monica, come al solito, non si ribelli ulteriormente, poi una volta a casa la giovane decide di porre fine a questo calvario. Anche perché Marco, decide di sottoporre Monica ad un’ulteriore tortura, anzi, ad una punizione: la fa stare nuda, al freddo, accanto al letto. Monica non ce la fa più: prende un martello e aggredisce Marco nel sonno. Lo manda all’ospedale in coma e lei finisce in custodia cautelare per tentato omicidio. La mettono ai domiciliari a Domodossola, a casa dei suoi genitori. La vicenda sembra concludersi così, Monica è libera, sofferente e provata ma finalmente lontana dal suo aguzzino.

Il libro: Il cacciatore di anoressiche

Durante la convalescenza Mariolini ha un’idea. Decide di raccogliere i suoi scritti e di farli pubblicare da un editore di Rho. Il libro viene alla luce nei primi del 1997, in copertina Braccio di Ferro che tenta di rapire l’ossuta Olivia. Mariolini si definisce malato e agogna una cura, si domanda perché la società «non riesca trovare una cura per un anoressofilo come me». «Scommetto che starete già pensando ‘questo qui dev’esser proprio matto!’ – sono le prime righe del volume – Probabilmente molti di voi lo penseranno anche alla fine, ma per capire sino a che punto, dovrete comunque leggere il libro»

Nel libro Mariolini chiede aiuto, si definisce un “potenziale mostro” che va “fermato prima che involontariamente io ammazzi qualcuna“. Dice di voler concludere la sua esistenza da serial killer, uccidendo e torturando le donne non accettano di piegarsi ai suoi desideri. Nessuno prende sul serio il libro, probabilmente viene ritenuto una trovata pubblicitaria, un’idea commerciale di cattivo gusto. Solo due carabinieri, presenti alla conferenza stampa a Milano, mettono tutto a verbale e trasferiscono la notizia di reato annunciato per competenza. Non succede nulla.

Mariolini spedisce una copia del libro a Monica, con tanto di dedica: “Con odio e amore”. La rivuole, è disperato e tenta anche di parlare con il pubblico ministero, per spiegare che Monica, con quella martellata, si è solo difesa, vuole che Monica venga assolta. Le pressioni sulla giovane si fanno sempre più forti, i genitori firmano una denuncia per circonvenzione di incapace ed un esposto per «impedire a Mariolini di recarsi nel Comune di Domodossola e diffidarlo dal persistere nelle vessazioni telefoniche». Alla fine lui ha la meglio. Riesce a convincere Monica ad un incontro. Le propone un luogo pubblico. Lei è convinta che in mezzo alla gente sia al sicuro. Il mattino del 14 luglio 1998 i due pranzano insieme a Intra, vicino Verbania in un’osteria poi vanno a stendersi sulla riva del torrente San Giovanni.

L’aggressione e le coltellate

Mentre sono sdraiati lungo il fiume, lui le chiede di tornare insieme, ma lei rifiuta. A quel punto Mariolini tira fuori un coltello che ha portato con sé e accoltella Monica 22 volte. Poi si avvia verso il fiume per immergersi e – a suo dire – uccidersi. Viene fermato da due poliziotti e un bagnino. Durante il processo viene scelto il rito abbreviato per evitare l’ergastolo. Il pubblico ministero chiede una perizia psichiatrica che dichiara Mariolini seminfermo. Ma viene fatta una seconda perizia richiesta dal Giudice che dichiara invece Mariolini psicopatico e narcisista ma non un individuo malato, l’accusa si trova quindi a dover sconfessare il suo stesso psichiatra e Mariolini viene condannato a trent’anni di galera.

Franca Leosini: “A lei di una donna interessa solo lo scheletro?”

Franca Leosini, per ‘Storie Maledette’ ha intervistato Mariolini. Questo si è  presentato con metà cranio rasato e metà no e ha dichiarato di essere : «un impareggiabile imbecille ma non un criminale. Materialmente colpevole, moralmente e spiritualmente innocente». Matteo Garrone nel 2004 dal libro ne ha tratto un lungometraggio ‘Primo amore’.

Mariolini oggi

Mariolini ha concluso la pena a primavera dello scorso anno. È stato trasferito, per acclarata pericolosità sociale, in una residenza psichiatrica. Ora i medici che lo seguono, dovranno pronunciarsi in merito al rinnovo della sua misura di sicurezza. Su canale Nove e Discovery+ è stato presentato ‘Il cacciatore di anoressiche’, un lavoro molto accurato che ripercorre la vicenda e che mostra, per la prima volta, dopo due decenni in carcere, l’assassino a 61 anni. Abbandonata l’armatura dello spavaldo, non sembra avere nemmeno più l’ombra dell’uomo che fece temere alla Leosini, durante l’intervista, – secondo quanto dichiarato dalla giornalista – di venire aggredita.

Ha il volto scavato e gli occhi smarriti. È intimidito dalla telecamere che anni prima tanto desiderava avere addosso e durante tutto il colloquio è intimidito e con la voce fioca: «Non ho niente da dire, per me è acqua passata. Non ho dichiarazioni da fare, quello che è stato è stato. Non si può tornare indietro e non mi interessa fare commenti». Il suo unico dispiacere sembra essere quello di non essere riuscito a fare il padre. Si definisce ancora una vittima delle sue ossessioni, non un carnefice. E dalle sue stesse ossessioni è stato, in effetti, polverizzato

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