Lo scorso 30 gennaio aveva travolto, con il suo Suv, una Fiat Panda uccidendo Sara Rizzotto e Jessica Fragrasso, due cugine di 25 e 20 anni e ferendo gravemente anche le due figlie di una delle due vittime, ma ora per Dimitre Traykov ci sono i domiciliari e non più il carcere. L’uomo, alla guida ubriaco, avrà l’obbligo di braccialetto. La famiglia non ci sta e chiede a gran voce giustizia.
L’incidente
Il 30 gennaio un tragico incidente avvenuto sulla A28 tra Villotta e Azzano Decimo, in Friuli Venezia-Giulia ha portato via Sara e Jessica. Nello schianto sono rimaste ferite anche le figlie di una delle vittime che sono ora ricoverate presso il reparto di Pediatria nell’Ospedale di Udine. Il 61enne imprenditore bulgaro, dopo aver provocato l’incidente, nonostante le ferite sulla mano e sul naso, ha scavalcato la recinzione presente in autostrada e ed è giunto a casa alle 21:30 circa. Lui stesso, nel corso dell’udienza si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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Udienza che, però, non ha soddisfatto la famiglia delle vittime. Per Dimitre Traykov, infatti, si sono aperte le porte degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto e non quelle del carcere come voleva la famiglia delle vittime.
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La reazione della famiglia
Raggiunti dalla notizia, le famiglie di Sara e Jessica hanno espresso la loro rabbia e il loro dolore. Devis De Ros, il marito di Sara Rizzotto, ha detto: «Quell’uomo ha portato via la vita di una mamma e di un’altra ragazza». «Due bimbe, ora, sono senza la loro mamma. – ha aggiunto poi – Quell’uomo deve solo vergognarsi e deve pagare per quello che ha fatto».
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Sul caso è intervenuto anche Luca Zaia, il Presidente della Regione Veneto, il quale afferma: «Questa tragedia, già così immane, viene vissuta ancora peggio per il fatto che non sia stato preso un provvedimento di custodia cautelare in carcere».