Patrick Zaki, udienza rinviata al 6 aprile. A comunicarlo ai giornalisti è stato lo stesso 30enne: “Mi hanno messo mezz’ora nella gabbia per imputati”. Amnesty International: “Ancora lunga attesa per riavere la libertà”.
Tornato libero dopo 670 giorni di prigionia, lo studente egiziano dell’Alma Mater di Bologna, Patrick Zaki. La scarcerazione del 30enne è avvenuta l’8 dicembre scorso, sebbene non sia ancora stato assolto dalle accuse nei suoi confronti. Si è aggiornato però il processo che lo vede coinvolto per diffusione di notizie false – a suo carico era stato aperto anche un dossier relativo all’istigazione al terrorismo. L’udienza è ora rinviata al 6 aprile, si apprende dall’ANSA. A comunicarlo ai giornalisti è stato lo stesso 30enne, che ha poi raccontato: “Mi hanno messo mezz’ora nella gabbia per imputati”.
“Ancora una lunga attesa per riavere la libertà”
Prima della quarta udienza, prevista appunto per il 1° febbraio, Patrick Zaki è stato tenuto “circa mezz’ora” nella “gabbia degli imputati”. Lo ha raccontato lui stesso ai giornalisti, riferendo inoltre che “la corte ha appena deciso di rinviare l’udienza al 6 di aprile“. “Adesso sono libero ed è un bene”, ha poi esordito lo studente. Prima del rinvio dell’udienza, il giovane aveva spigato che “in base alla legge egiziana” oggi la sua legale avrebbe presentato “al giudice tutte le prove e le evidenze”. “Poi aspetteremo la decisione finale che potrebbe arrivare già oggi anche se il magistrato potrebbe rinviarla di qualche giorno o anche una settimana”, aveva altresì ribadito Zaki; sottolineando: “Non penso che la sentenza sia messa a punto già oggi: potrebbero volerci alcuni giorni per redigerla”.
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Il giovane, tuttavia, si è comunque definito ottimista, in merito al fatto che la Procura egiziana non procederà per riaprire il dossier per istigazione al terrorismo. “Certo, sono preoccupato ma non penso che possano farlo. Perché dovrebbero farmi questo? Non c’è ragione”, ha infatti raccontato all’ANSA.
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Per quanto riguarda il rinvio dell’udienza, però, si è espresso anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia. Raggiunto anche lui dall’ANSA, ha infatti dichiarato: “È un’attesa ancora enormemente lunga quella di Patrick per avere finalmente la sua libertà. È una data che ricorre quella del 6 aprile: nel 2020 e nel 2021 c’erano state altre udienze in questa data. Speriamo che sia l’ultimo giorno in cui Patrick si presenterà di fronte a un giudice e fino ad allora c’è da aspettare, da stargli vicino e accompagnarlo in questa lunga attesa di quella che speriamo sia l’ultima udienza”.