Parla il capogruppo di Barelli: “Federazione era stata proposta da Berlusconi, ma dobbiamo pensare alle forze centriste della nostra area”
Forza Italia stoppa le ambizioni di Giorgia Meloni nel rifondare il centrodestra e aprire una nuova fase che preveda la federazione. Dopo il disastro dell’elezione del Presidente della Repubblica con la rielezione di Sergio Mattarella che ha visto i partiti della coalizione incapaci di trovare la quadra su un nome condiviso, il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli minimizza la questione e chiede una riflessione.
”I presupposti di fondo perché l’attuale coalizione esista, ci sono ancora” afferma Barelli e ricorda che alle elezioni politiche manca ancora un anno, il tempo per ragionare a mente fredda c’è tutto. ”Certamente, se si vogliono vincere le prossime elezioni, noi di Forza Italia rivendichiamo la necessità di un centrodestra forte con una componente moderata ed europeista fondamentale per la tenuta della coalizione”.
La proposta di federazione è stata rilanciata anche da Matteo Salvini, ma Forza Italia vuole vederci chiaro e non accetta di fondersi con altri partiti senza prima una visione politica. ‘‘Il presidente Silvio Berlusconi ha lanciato per primo l’idea di una federazione che porti al partito unico del centrodestra. Ora bisogna misurarsi sui contenuti, senza fare slogan. Serve impegnarsi tutti per vedere quello che è funzionale dal punto di vista operativo al raggiungimento del risultato finale, ovvero la vittoria nel 2023. Tutto il resto, non conta…”.
LEGGI ANCHE: “Quello che ha fatto Salvini è folle”, lo scontro tra Fratelli d’Italia e la Lega è appena iniziato
SI’ A CORAGGIO ITALIA E ITALIA VIVA
La proposta del vicepresidente e coordinatore unico di FI Antonio Tajani è diversa da quella di Meloni e Salvini e immagina un raggruppamento delle forze centriste in area centrodestra che preveda anche la presenza del governatore della Liguria Giovanni Toti e del suo gruppo Cambiamo!, con una attenzione anche a Matteo Renzi e Italia Viva.
”Coraggio Italia ha una rappresentanza in Parlamento che manifesta la volontà di rafforzare la parte moderata del centrodestra – continua Barelli -. Sono dei compagni di viaggio all’interno della coalizione e vedremo quali possano essere le prospettive di un lavoro comune insieme al resto del centrodestra”. E sulla possibilità di un ritorno al proporzionale afferma ”Qualcuno potrebbe dire maliziosamente che c’è chi anche a destra vuol spingere strumentalmente Fi verso una legge proporzionale, ma Fi non si fa spingere da nessuno. Noi non abbiamo bisogno di essere spinti da nessuno, perché siamo collocati nel centrodestra con il proprio dna e un forte radicamento in Europa”.
LEGGI ANCHE: Elezioni Mattarella, è imploso il centrodestra: siamo al punto zero
NO A CANDIDATI TECNICI
Nonostante le divisioni nella coalizione e la mancata elezione di un Capo dello Stato vicino al centrodestra, per Forza Italia il bicchiere è mezzo pieno, in quanto “governiamo Regioni e città come centrodestra e quello che accaduto è molto semplice: Fi ha sempre detto, sin dal primo momento, che Draghi doveva restare a palazzo Chigi ed era contraria a un ‘doppio tecnico’, uno alla guida del governo e un altro al Quirinale. Questo è stato il problema della nostra distonia con Salvini, che sembrava avesse raggiunto un’intesa con gli altri partiti su nomi di tecnici come Massolo e la Belloni”.
LEGGI ANCHE: La rielezione di Mattarella ha messo in crisi il Movimento 5 Stelle
Per Barelli questi “sono tutti nomi di alto profilo, autorevoli. Sulla Belloni, Salvini aveva trovato un accordo con gli altri partiti, compresa la Meloni, ma, lo ripeto, noi non eravamo d’accordo e gliel’abbiamo detto più volte, perché ritenevamo che per il Colle dovesse essere candidata una figura di grande spessore ma di carattere politico. Con questo voglio dire che non si è rotto nulla nel centrodestra sulla visione della vita e delle strategie per il Paese, ma non condividevamo il metodo di indicare un doppio tecnico per palazzo Chigi e il Quirinale. Questa è stata la ragione che ci ha spinto ad agire in autonomia” conclude il capogruppo di FI.