Operazione “Macchia Bianca”, 6 arresti nel foggiano: pusher picchiato e sequestrato nel casolare. Scattate le manette in zona Manfredonia e San Severo. Sgominata rete di spaccio e approvvigionamento.
Emersi gli sviluppi dell’operazione “Macchia Bianca”, eseguita dai carabinieri della Compagnia di Manfredonia e San Severo. Arrestate tre persone in quel di Manfredonia, indagate, a vario titolo, per sequestro di persona, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e tentata estorsione e detenzione di armi clandestine, per reati che sono stati accertati nel periodo che va da ottobre 2021 a gennaio 2022. Si contano poi altri tre arresti a San Severo, per detenzione e cessione di stupefacenti, continuata e in concorso – reati, questi, commessi nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2021. I militari sono stati supportati, in fase esecutiva, dai carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia, dei Reggimenti Carabinieri della linea Mobile, con l’ausilio di un elicottero del nucleo di Bari e di 4 unità cinofile per la ricerca di droga, armi e materiali esplodenti.
Operazione “Macchia Bianca”
Le sei misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica, alla luce di quanto emerso dall’operazione “Macchia Bianca”. Per quanto riguarda i riscontri ottenuti a Manfredonia, l’indagine ha preso spunto dall’arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, effettuato nell’agosto 2021, a carico di un ventiduenne (incensurato, all’epoca dei fatti). Il giovane, a seguito di perquisizione personale e veicolare, fu trovato in possesso di 19 confezioni di cocaina nascoste nel borsello, oltre che della somma di oltre 100 euro. Nel suo appartamento furono scoperti anche sostanza da taglio, due petardi e un tirapugni.
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I militari avviarono le indagini seguendo la pista dello spaccio di stupefacenti, che hanno infine permesso l’individuazione del canale di approvvigionamento del giovane. L’indagine si è poi estesa ad altri fenomeni collaterali. In particolare, emblematico l’episodio di sequestro dello stesso giovane spacciatore, perpetrato dal suo “fornitore esclusivo” dopo aver scoperto che il 22enne si riforniva anche da altri pregiudicati. Il 22enne venne quindi rinchiuso in un casolare nelle campagne del comune di Monte Sant’Angelo, frazione Macchia (zona molto isolata): privato per ore della libertà personale e costretto a subire insulti, percosse e minacce, gli sarebbe stato puntato anche un fucile in pieno volto. Proprio in quel momento, per evitare il peggio, i militari dell’Arma intervennero tempestivamente liberando l’ostaggio.