Come in parte annunciato, la giornata di oggi è decisiva per l’elezione del presidente: sarà ancora Mattarella, e non è del tutto una buona notizia.
All’ottava votazione si arriverà a votare il presidente della Repubblica. Dopo il caos di ieri, con la clamorosa spaccatura nel centrodestra che ha portato a “bruciare” il nome della Casellati, i grandi elettori voteranno Sergio Mattarella, per un bis che probabilmente lui stesso avrebbe volentieri evitato. Anzi, senza “probabilmente”: lo aveva detto chiaramente, Mattarella, di essere indisponibile ad una possibile ricandidatura.
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Ma quanto avvenuto in questi giorni a Montecitorio ha reso necessario, per sciogliere l’impasse, il “ritorno in campo” dell’ ottantenne Sergio Mattarella. I partiti non sono riusciti a trovare una sintesi, ed è questo il dato politico più netto che emerge da questi giorni. La politica non è in grado di gestire i processi che la democrazia impone: è successo un anno fa, costringendo proprio il presidente Mattarella a rivolgersi ad un tecnico come Draghi per riuscire a formare il governo, ed è successo adesso.
Mattarella bis: cambiare affinchè nulla cambi
E’ accaduto anche adesso: doveva essere Mario Draghi, senza Mario Draghi è quasi impossibile che il governo vada avanti, serve un altro “deus ex machina”. E dunque Mattarella al Quirinale e Draghi ancora a Palazzo Chigi, affinchè nulla cambi. “Così il paese è al sicuro”, stanno dicendo i leader politici per tentare di trasformare in successo una sconfitta collettiva. Ma non è possibile: la politica italiana esce massacrata, da questa settimana di votazioni.
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Il centrodestra è spaccato, forse in maniera definitiva. Matteo Salvini ha registrato una sconfitta politica quasi personale, la distanza con Giorgia Meloni appare al momento abissale, Forza Italia ha di fatto giocato la partita in autonomia. Il Movimento 5 Stelle, ambiguo e poco chiaro per tutta la durata del voto, appare senza una guida chiara, confuso, senza un indirizzo, con Giuseppe Conte isolato e mai decisivo. Il PD ha dato l’idea di essere solo in grado di osservare, senza determinare per davvero l’indirizzo degli eventi. Ora dunque Mattarella bis, forse solo fino al 2023, quando si andrà a votare, per poi eleggere Draghi. Rimane quindi tutto come era prima, e questa è una notizia che forse è anche buona. Ma la politica ne esce con le ossa rotte, e per la democrazia questo è un problema enorme.