Usa: “Russia invia milizie al confine con l’Ucraina”, ma secondo la Cnn è quello che sta facendo la Nato

Sono arrivate le risposte scritte chieste da Putin agli Stati Uniti per chiarire meglio la posizione degli Stati Uniti sulla questione ucraina. Ma un’indiscrezione della Cnn rivela che la Nato sta predisponendo nuove truppe militari al confine orientale sfruttando l’appoggio delle nazioni alleate. 

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Una lunga conversazione telefonica per parlare della difficile situazione che coinvolge la sua nazione in questo scontro tra superpotenze. Un conflitto militare tra Russia e Stati Uniti non è mai stato così vicino, e il premier ucraino Zelensky ha parlato con Biden proprio per ringraziarlo del supporto militare che gli Usa continuano a offrire al suo paese, per proteggerlo da eventuali ingerenze russe. Zelensky ha poi commentato su Twitter l’esito delle conversazione, spiegando come con Biden abbiano anche discusso dell’eventualità di nuovi sostegni finanziari all’Ucraina. L’America dal canto suo, resta molto preoccupata di un’escalation di tensione al confine con Kiev che a loro giudizio viene esclusivamente foraggiata dal Cremlino. John Kirby, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che nelle ultime 24 ore delle nuove milizie russe sono arrivate al confine con la nazione: “Continuiamo a vedere, anche nelle ultime 24 ore, una maggiore concentrazione di forze da combattimento russe ai confini della Russia e in Bielorussia”. Per questo, spiega Kirby, è intenzione degli Usa adesso accelerare la fornitura di armi difensive alla nazione per aiutarla a gestire una possibile escalation del conflitto. Il portavoce del Pentagono non ha però specificato che tipo di armamenti si stanno inviando a Zelensky, e se si tratti di armi letali o concepite per puro scopo difensivo. 

Scontro Usa-Russia sull’Ucraina, le dichiarazioni del segretario Nato Jens Stoltenberg

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Due giorni fa, nella giornata di Mercoledì 16 Gennaio 2022, la Nato aveva inviato a Masca delle condizioni, messe per iscritto, per porre fine a questa situazione. Richieste che sono state in seguito presentate ed esposte dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg nel corso di una conferenza stampa. Il militare ha spiegato che la Russia ha interrotto i rapporti diplomatici con la Nato, il che rende piu’ difficile il nostro dialogo. Quindi dovremmo ristabilire i nostri rispettivi uffici a Mosca e a Bruxelles. Dovremmo anche fare pieno uso dei nostri canali di comunicazione militari esistenti, per promuovere la trasparenza e ridurre i rischi, e cercare anche di creare una hotline civile per l’uso di emergenza. In secondo luogo, la sicurezza europea, compresa la situazione dentro e intorno all’Ucraina. Siamo pronti ad ascoltare le preoccupazioni della Russia e a impegnarci in una vera conversazione su come sostenere e rafforzare i principi fondamentali della sicurezza europea a cui tutti abbiamo aderito, a partire dall’Atto finale di Helsinki. Ciò include il diritto di ogni nazione di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza”. Stoltenberg ha in ogni caso chiarito che la strada diplomatica è aperta con Putin, a patto però che Mosca si astenga da iniziative aggressive e intimidatorie contro la nazione guidata da Zelensky. 

Ma non solo, perché la Nato pretende anche che Putin ritiri “le sue forze da Ucraina, Georgia e Moldova, dove sono schierate senza il consenso di questi Paesi, e tutte le parti dovrebbero impegnarsi in modo costruttivo negli sforzi per risolvere i conflitti, anche nel formato Normandia”.  È necessario poi ragionare su un piano di trasparenza tra le superpotenze per la riduzione del rischio, che passa inevitabilmente dalla trasparenza sugli armamenti e per questo, il segretario generale della Nato propone “come primo passo, proponiamo incontri informativi reciproci sulle esercitazioni e sulle politiche nucleari in seno al Consiglio Nato-Russia. Dovremmo anche modernizzare il Documento di Vienna sulla trasparenza militare e lavorare per ridurre lo spazio e le minacce informatiche. Dovremmo consultarci sui modi per prevenire incidenti nell’aria e in mare e impegnarci nuovamente a rispettare pienamente gli impegni internazionali sulle armi chimiche e biologiche. Infine, dobbiamo avere una conversazione seria sul controllo degli armamenti. Comprese armi nucleari e missili a terra a raggio intermedio e corto”

È stato l’ambasciatore Usa John Sullivan a consegnare le risposte scritte Usa a Mosca

Un altro passaggio importante del suo discorso, riguarda i principi che hanno caratterizzato la Nato fin dalla sua nascita. Il segretario dell’alleanza atlantica ha spiegato come la situazione attuale rischia di minare quella stessa sicurezza mondiale che la Nato si è impegnata dal principio a garantire tra le nazioni membre. Il dialogo tra Biden e Putin in ogni caso non si è mai fermato, e continua anche in questi giorni. Le proposte sono state ufficialmente consegnate a Mosca dall’ambasciatore Usa John Sullivan. In questo contesto però, non si può trascurare la notizia in esclusiva riportata dalla Cnn secondo cui Gli Usa insieme ai suoi alleati hanno deciso in segreto di portare ulteriori truppe al confine orientale per predisporsi a un’eventuale invasione russa. Una notizia che però non può che lasciare perplessi, in quanto nei fatti, l’alleanza atlantica si sta muovendo nello stesso modo che invece vogliono negare pubblicamente a Putin. Ma come dovrebbe reagire la Russia alla notizia che la Nato continua ad avanzare su una porzione di territorio che Putin ritiene strategica nella difesa della nazione? La Cnn ha raccolto le dichiarazioni di alcuni militari anonimi che hanno inoltre spiegato come l’intenzione sia quella di appoggiarsi alle nazioni vicini alleate, Bulgaria e Romania ad esempio, e portare lì le nuove milizie per essere al sicuro anche da un punto di vista diplomatico. 

Una nuova coalizione occidentali di volenterosi contro la Russia?

Nei fatti sembra configurarsi una coalizione simile a quella dei “volenterosi” che si formò in occasione della guerra in Afghanistan come reazione agli attentati dell’11 Settembre. 

La differenza è che però stavolta non ci troviamo di fronte a un atto terroristico di proporzioni mondiali, che in quel caso convinse l’opinione pubblica a non condannare la guerra che gli Usa si apprestavano ad iniziare. Si parla spesso di ingerenze russe che giustificano l’avanzata Nato in quelle zone, ma ci si deve accontentare dei resoconti di Biden o delle dichiarazioni del portavoce del Pentagono. Queste però non potrebbero bastare per giustificare alla popolazione un conflitto mondiale che non è mai stato così vicino come in queste settimane. Al momento, da quanto si apprende dalle fonti istituzionali, la Nato e i suoi alleati avrebbero già schierato al confine migliaia di uomini, a cui si vogliono aggiungere le nuove milizie che andranno ad occupare il blocco orientale. Non è tardata poi ad arrivare la replica del Ministro degli Esteri Russo alle dichiarazioni di Stoltenberg. Lavrov lo ha accusato senza mezzi termini di aver perso il contatto con la realtà, ribaltando le accuse lanciate contro Putin e spiegando che è la Nato che sta premendo sul confine e portando la tensione oltre ogni limite consentito. Il politico russo è stato inequivocabile: “Siamo pronti a tutto. Non abbiamo mai attaccato nessuno, siamo sempre stati noi ad essere attaccati, e quelli che l’hanno fatto non se la sono cavata”. 

Per gli Stati Uniti però, la replica del Ministro degli Esteri russo è priva di fondamenti, in quanto l’America ha sempre dimostrato di essere aperta al dialogo per evitare qualunque conflitto, e secondo il segretario di stato Usa Blinken la prova più consistente e l’aver acconsentito a formulare quelle risposte scritte che la Russia chiede da giorni. 

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Blinken ha in seguito dichiarato che farà di tutto per organizzare un incontro con Lavrov nei prossimi giorni, per discutere insieme delle repliche per iscritto consegnato a Mosca dall’ambasciatore Usa, sottolineando come però nel documento vengono incluse “le preoccupazioni di Washington e dei suoi alleati in merito alle azioni russe che minano la sicurezza, una valutazione razionale delle proposte fatte dalla Russia e le proposte di Usa e alleati su aree in cui si può trovare un terreno comune”. 

Documento che però non sarà mai reso pubblico.

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