Il magistrato è sotto scorta dal 1993. Ha indagato sulle stragi in cui persero la vita Falcone e Borsellino
Nino Di Matteo, magistrato, è nato a Palermo nel 1961. Ha fatto il suo ingresso in magistratura nel 1991, in qualità di sostituto procuratore alla DDA di Caltanissetta. Assunto il ruolo di pubblico ministero nel 1999, ha cominciato a investigare sulle stragi mafiose in cui persero la vita Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e relativi agenti della scorta. Indagò anche sui delitti di Rocco Chinnici e Antonino Saetta. Per il primo omicidio ha scoperto nuovi elementi su cui far riaprire l’inchiesta e far condannare in processo i mandanti, mentre per il delitto Saetta era riuscivo a ottenere il primo ergastolo per Totò Riina.
Oggi, al quarto scrutinio per eleggere il nuovo Capo dello Stato, Di Matteo ha ricevuto 56 vori dai parlamentari ex grillini de L’Alternativa, invece di Paolo Maddalena.
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Di Matteo si è sempre detto contrario a Berlusconi come presidente della Repubblica. Durante il programma “Mezz’ora in più”, su Rai 3, ha incalzato:«Volevo ricordare ed è un dato di fatto, che in una sentenza definitiva della Corte d’appello ma con il bollo della Corte di Cassazione, che ha condannato per concorso in associazione mafiosa Marcello Dell’Utri,
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è sancito che Dell’Utri, all’epoca non senatore, fu intermediario di un accordo stipulato nel 1974 e rispettato da entrambe le parti fino al 1992 tra le famiglie di vertice della mafia palermitana e dall’allora imprenditore Silvio Berlusconi».