Quirinale: nulla di fatto anche alla terza. Mattarella il nome più votato

Vincono ancora le schede bianche, prendono quota i nomi di Crosetto e Casini. Ma Mario Draghi è ancora in corsa e la partita è appena iniziata

Anche la terza giornata di votazione per eleggere il Presidente della Repubblica si conclude con una fumata nera: si presentano al voto 978 delegati, le schede bianche sono ancora una volta in maggioranza a quota 412. Il nome più votato è quello di Sergio Mattarella, ma il Capo dello Stato uscente ha già detto di non essere disponibile a un secondo mandato, facile ipotizzare che quei voti valgano tanto quanto le bianche per determinare quali siano gli schieramenti in gioco.

Subito dopo Mattarella per la prima volta si fa prepotente il nome di Guido Crosetto, assestato a 114 voti, lo seguono Paolo Maddalena a 61, Pier Ferdinando Casini a 52 e Giancarlo Giorgetti a 19, sotto le dieci preferenze Marta Cartabia, Luigi Manconi, Pierluigi Bersani, Umberto Bossi e altri. Zero gli astenuti, 84 schede disperse e 22 nulle.

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L’ALLARME DI LETTA

Il centrodestra ieri aveva proposto una rosa di nomi su cui ha tentato di dialogare con il centrosinistra, l’idea è naufragata ma tra questi non era presente il nome di Crosetto che ora spera di diventare competitivo per la corsa al Colle. Ancora in gioco la carta Elisabetta Casellati, sebbene un tweet di Enrico Letta bocci la proposta come irricevibile in quanto attuale presidente del Senato e mette in allerta avversari e alleati: “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del #Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto” scrive il segretario del Partito Democratico. Si vocifera di importanti dialoghi tra Pd e Lega per convincere Salvini a non forzare la mano, fatto che rischierebbe di far saltare il patto di Governo. Un dialogo tra i due partiti potrebbe far salire le quotazioni dell’ex-presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.

Il segretario del Pd, Enrico Letta

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LA RUSSA CHIEDE UNITA’

Attenzione alla dichiarazione di Ignazio La Russa, l’ex-ministro della Difesa appare sicuro di poter risolvere la votazione quando il quorum si abbasserà a 505 voti. “Se dovessi decidere io domani il centrodestra deve mettere in campo uno dei nomi della rosa. Ci aspettavamo che entrassero nel merito nel dire chi ritenevano più adatto. Se non entrano nel merito credo che spetti al centrodestra uscire dal pantano e fare un nome e votarlodice l’attuale senatore di Fratelli d’Italia. “Faremo di tutto perché domani ci sia un nome unico del centrodestra. Fino a stamattina si discuteva tranquillamente sulla possibilità di votare Nordio, si è ritenuto di no e abbiamo optato per Crosetto” conclude.

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E DRAGHI?

Curiosamente oggi non sono usciti dall’urna voti per Mario Draghi, sebbene l’attuale presidente del Consiglio rimanga ancora tra i favoriti per la corsa al Quirinale. Avrebbe l’appoggio di Pd, Forza Italia, Italia Viva e buona parte del M5S ma le giornate per l’elezione del Presidente della Repubblica si sono spesso trasformate in “Notti dei lunghi coltelli” in cui i franchi tiratori hanno cancellato intere segreterie di partito e tagliano fuori dai giochi leader che apparivano sicuri. Per informazioni chiedere a Pietro Nenni, Romano Prodi, Amintore Fanfani o Giulio Andreotti.

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