Il parroco di Lampedusa, don Carmelo Rizzo descrive la situazione migranti sull’isola e fa un appello:«Basta parole e macabra contabilità, venite qui a vederli»
In un colloquio con Adnkronos, il parroco di Lampedusa, don Carmelo Rizzo, racconta la situazione migranti sull’isola. «Morti di freddo… Come si può accettare? Perché ancora affidiamo ai trafficanti di morte questi nostri fratelli e sorelle? Perché non consentiamo che partano in sicurezza?». Il sacerdote, dopo quanto accaduto ai 280 migranti sbarcati ieri sulla più grande delle Pelagie, di cui sette sono morti di ipotermia, incalza:«Un conto è fare conferenze, organizzare convegni e parlare del fenomeno migratorio. Altro è vederli arrivare, stanchi, scalzi, stremati».
Ma sono soltanto gli ultimi di una serie di decessi. Don Rizzo spiega ancora che «Quando arrivi negli occhi di questi nostri fratelli vedi tutto: la gioia di essere vivi, la tristezza per quello si sono lasciati alle spalle, il dolore per le violenze subite». Il sacerdote racconta che in uno degli sbarchi più recenti era scesa una donna con suo figlio tra le braccia. «Un bimbo piccolissimo, lo ha affidato tra le braccia di una delle volontarie, quasi a ringraziare anche lei. Era felicissima, erano vivi…».
Il parroco: «Non si può restare indifferenti…»
Don Rizzo fa un appello, ossia che di fronte all’ennesimo dramma, le vittime non vengano ridotte a «macabra contabilità».
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Il prete precisa:«Sono esseri umani davanti ai quali non si può restare indifferenti. I lampedusani da sempre sono pronti all’accoglienza, il loro cuore è generoso, ma da sola l’isola non può affrontare questo fenomeno. Non si abbandoni ancora una volta Lampedusa e questi nostri fratelli».