Agenas, cresce l’occupazione delle delle terapie intensive da parte dei pazienti Covid: tasso salito al 18%. Nei reparti ospedalieri di area non critica, l’occupazione è arrivata al 27%. I dati sono stati resi noti dalla Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Pubblicato oggi il nuovo report dell’Inail sui casi di contagio da Covid-19 in ambiente lavorativo: in tutto sono 811 i morti, a partire dall’inizio della pandemia. L’82,5% sono uomini, mentre il 71% rientra nella fascia età 50-64 anni. Ma oggi viene riportato anche un altro dato allarmante, ovvero quello riferito all’aumento dei posti occupati dai pazienti Covid nelle terapie intensive e nei reparti di area non critica.
I numeri sono stati resi noti dalla Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Secondo quanto è possibile osservare dalle infografiche, il dato delle intensive è infatti salito al 18% rispetto a quello registrato il 24 dicembre 2021. In buona sostanza, il tasso delle intensive sta crescendo sensibilmente, sorpassando di parecchio l’11% registrato invece nel periodo pre-festivo. Tale curva, comunque, pare riguardare soprattutto 6 regioni.
Secondo quanto viene riportato dal portale della Agenas, sale al 18%, in Italia la percentuale di terapie intensiva occupate da pazienti Covid. A livello giornaliero il tasso sta crescendo in almeno 6 regioni: Abruzzo, con un 21%, Calabria, con un 17%, Campania con un 13%, Friuli Venezia Giulia, con un 24%, Lazio, con un 22%, e Marche con un 23%. I dati sono aggiornati ai rilevamenti di ieri, martedì 25 gennaio 2022.
Si registra invece un calo in 4 delle regioni italiane: Piemonte, che ora registra il 23%, la provincia autonoma di Trento, con il 26%, Umbria, che ora registra un 8%, Val d’Aosta con un 19% di occupazione. Rimane invece stabile il dato relativo alla Basilicata (8%), all’Emilia Romagna (17%), alla Liguria (18%), alla Lombardia (15%), al Molise (5%), alla provincia autonoma di Bolzano (17%), alla Puglia (13%), alla Sardegna (15%), alla Sicilia (19%), alla Toscana (22%), al Veneto (17%). In totale, sono dunque sette le regioni che registrano un tasso di occupazione salito oltre al 20%: Abruzzo (21%), Trento (26%), Piemonte (23%), Friuli Venezia Giulia (24%), Toscana (22%), Lazio (22%), Marche (23%).
Diversa invece la situazione per i reparti ospedalieri ordinari. Sempre secondo quanto emerge dai dati forniti da Agenas, aggiornati al 25 gennaio, la percentuale di posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri sale al 31% in Italia e cresce in 5 regioni: Friuli Venezia Giulia (37%), Liguria (42%), Molise (18%, con il +7%), Sardegna (18%) e Veneto (26%). La percentuale ha subito invece in calo in 4 delle regioni italiane: si tratta dell’Abruzzo (31%), della Basilicata (al 24%), della Calabria (39%) e della Val d’Aosta (53%).
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La percentuale risulta invece stabile in Campania (con un 31%), in Emilia Romagna (con un 29%), nel Lazio (con un 32%), in Lombardia (con un 33%), nelle Marche (con un 29%), nella provincia autonoma di Bolzano (con un 22%), nella provincia autonoma di Trento (con un 28%), in Piemonte (con un 31%), in Puglia (con un 25%), in Sicilia (con un 38%), in Toscana (con un 27%), in Umbria (con un 29%). A superare la soglia del 30% sono dunque Abruzzo, Campania, Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Valle d’Aosta.
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