L’uomo aveva 90 anni. Fu messo sotto accusa e poi assolto per il decesso del banchiere Roberto Calvi, per le relazioni con politici e imprenditori
È morto Flavio Carboni, uomo d’affari che è stato protagonista dei grandi misteri d’Italia. L’uomo aveva da poco compiuto 90 anni, e sarebbe morto per un infarto. Il faccendiere era stato chiamato in causa nei principali grandi gialli del nostro Paese, dal crac del banco ambrosiano al delitto di Roberto Calvi, vicenda per cui fu assolto per insufficienza di prove, alla questione della Loggia P2, con cui Carboni ha sempre negato ogni rapporto:«Non ho mai conosciuto Gelli, non ho mai fatto parte della P2. Non ho mai fatto parte della massoneria in generale. Che poi abbia conosciuto tanti personaggi di primissimo piano che potessero avere simpatie o aderire a logge è un’altra storia», aveva detto un’intervista di recente.
Carboni, nel corso della sua vita, fu sulla cresta dell’onda del panorama finanziario e immobiliare negli anni ’70. Ebbe a che fare con personaggi controversi come l’agente segreto Francesco Pazienza, il leader della P2 Licio Gelli, il boss Pippo Calò, l’ex gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Armando Corona. Carboni ebbe anche dei contatti con imprenditori come Berlusconi, il principe Carlo Caracciolo ecc.
Dal 1982 fu arrestato diverse volte, con brevi periodi in cui fu detenuto e fu imputato di diversi crimini. Carboni, come spiega anche il legale Renato Borzone, «è stato al centro della cronaca per 50 anni con una sola condanna definitiva per la vicenda legata alla bancarotta del Banco Ambrosiano. È stato perseguitato da accuse dietrologiche e surreali, come nel caso del processo per la morte di Roberto Calvi, nei confronti delle quali ha dimostrato la sua innocenza. Non era San Francesco ma tuttavia è stato sempre stato considerato un personaggio misterioso che in realtà non era».
Tra le indagini che lo hanno coinvolto, anche quella inerente gli appalti dell’energia eolica in Sardegna, a sua volta sorta da un’altra inchiesta, quella sulla P3.
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Carboni fu sentito nel 2010 come teste per il caso Emanuela Orlandi, per i rapporti che avrebbe intrattenuto con esponenti del Vaticano e della banda della Magliana.
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Nell’estate 2018 fu indagato per trasferimento fraudolento di somme di denaro, fatti per cui nei giorni scorsi è stato assolto.