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Gabriel Garcia Marquez e l’ombra dello spionaggio: era considerato un agente cubano

Secondo quanto emerso da un’inchiesta condotta dal quotidiano spagnolo “El País”, lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, detto ‘Gabo’ dai suoi lettori, era “un agente di propaganda filo-cubana e sovietica”.

Gabriel Garcia Marquez – MeteoWeek

Gabriel García Márquez (1927-2014), Premio Nobel per la letteratura 1982, era considerato “un agente di propaganda filo-cubana e sovietica” dal governo messicano. Questo quanto emerso da un’inchiesta condotta dal quotidiano spagnolo “El País”, che ha potuto accedere agli archivi dell’agenzia di spionaggio messicana, che controllò l’autore di “Cent’anni di solitudine” per oltre un ventennio, il suo periodo politicamente più attivo, a partire dalla fine degli anni ’60. Secondo le carte consultate a Città del Messico, lo scrittore sarebbe stato “affascinato” dal dittatore cubano Fidel Castro, tanto che García Márquez avrebbe ceduto tutti i diritti di “Cronaca di una morte annunciata” al governo dell’Avana, secondo un documento del 17 marzo 1982 dell’agenzia di spionaggio messicana. Secondo quanto riportato dall’informatore, “Gabriel García Márquez, oltre ad essere filocubano e sovietico, è un agente di propaganda al servizio della direzione dell’Intelligence di quel paese”.

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La vicinanza di Marquez a Cuba

Marquez e Fidel Castro – MeteoWeek

La Direzione Federale di Sicurezza, il servizio di spionaggio politico del monolitico regime del Partito Rivoluzionario Istituzionale, che ha tenuto il potere in Messico per 71 anni, era molto preoccupata della vicinanza del Premio Nobel a Cuba e ai governi della sinistra latinoamericana. Il dossier riguarda il periodo che va dalla fine degli anni ’60, poco dopo aver preso la residenza in Messico, al 1985, l’ultimo anno di attività dell’agenzia di intelligence.

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‘El Pais’ ha avuto accesso a più di cento rapporti declassificati, tramite una richiesta formale di trasparenza all’Archivo General de la Nación. Il dossier parla del monitoraggio personale durante gli eventi pubblici e gli incontri privati, delle foto alla porta della sua casa quando aveva ospiti e di una registrazione dettagliata dei suoi viaggi a Cuba dal 1975 in poi, quando lo scrittore approfondì la sua sintonia con il castrismo dopo un periodo di allontanamento da esso.

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