Coldiretti, effetto caro bolletta: addio a pasta, olio e pomodoro

L’aumento dei costi al +30% per produrre grano per la pasta e l’aumento del 12% per quelli dell’olio, mettono a rischio 

Spaghetti-meteoweek.com

Il caro bollette sta mettendo a rischio anche quello che è considerato il piatto simbolo della nostra nazione, gli spaghetti olio e pomodoro. Con il +30% dei costi di produzione del grano pasta e il 12% di quelli per l’olio, per arrivare ai ritardi nelle intese di filiera sul prezzo del pomodoro riconosciuto agli agricoltori per cominciare la coltivazione, la situazione è appunto quella sopraccitata. È quanto comunica Coldiretti, che lancia l’allerta effetti caro bolletta nel settore agroalimentare che in totale assimilano l’11% dei consumi energetici industriali complessivi per 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti ogni anno.

Coldiretti precisa che a subire le prime conseguenze degli aumenti sono «i produttori di grano che quest’anno devono spendere 400 euro in più all’ettaro, dalla semina fino alla mietitura, secondo l’analisi Coldiretti. La stangata interessa il gasolio agricolo necessario per le operazioni colturali, aumentato di circa il 50%, e persino i concimi. L’urea per esempio, che è fondamentale nella fase post-semina del grano, è passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). Anche il fosfato biammonico Dap è raddoppiato, da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano aumenti superiori al 65%».

Stessa questione per ciò che concerne i produttori di olio extravergine di oliva, che vedono un aumento del 12% dei costi di produzione, come riporta Unaprol. E ancora, prosegue Coldiretti, «a incidere sono il prezzo del carburante, praticamente raddoppiato nel giro di pochi mesi, il costo dell’energia e i rincari di vetro (+15%) e carta (+70%) necessari per imbottigliamento e confezionamento. Sulla produzione di polpe, passate e sughi di pomodoro pesano, invece, i ritardi nella definizione di un accordo quadro per il 2022 fra produttori e industriali che è fondamentale considerato proprio l’aumento senza eguali dei costi di produzione per le imprese agricole costrette ad affrontare esborsi vertiginosi per tutte le operazioni colturali. In mancanza dell’intesa sui prezzi le imprese agricole non possono c permettersi di programmare alla cieca l’avvio delle operazioni colturali».

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Coinvolto anche il settore del bestiame

Il forte aumento dei prezzi dell’energia, spiega ancora Coldiretti, interessa anche il settore del bestiame e il riscaldamento delle serre e non esenta neppure i costi per produrre tutta la filiera agroalimentare.

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A tal proposito, Ettore Prandini, presidente Coldiretti, incalza:«Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione. La necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di, accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare», chiosa

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