Quirinale: dopo il ritiro di Berlusconi il centrodestra rischia di implodere

Il passo indietro del leader di Forza Italia riapre il dibattito nel centrodestra: chi sarà il candidato? Ma il rischio è il “tutti contro tutti”.

Silvio Berlusconi, il possibile candidato unitario di centrodestra che si è ritirato
Silvio Berlusconi

Un passo avanti verso l’assunzione di una responsabilità politica collettiva o uno indietro verso la frammentazione e lo scontro? La rinuncia di Silvio Berlusconi alla candidatura a Presidente della Repubblica mette il centrodestra di fronte ad un bivio: trovare un nome attorno al quale unirsi, e che rappresenti una proposta politica unitaria e reale, o spaccarsi per l’ennesima volta sulla base di dinamiche di potere e concorrenza interna.

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Due possibilità entrambe possibili e plausibili. Da una parte Matteo Salvini, provando a ritagliarsi un ruolo centrale della definizione del candidato di centrodestra, rilasciando dichiarazioni da leader in pectore di un centrodestra unito e con ambizioni unitarie che in realtà no c’è: “Dopo la straordinaria generosità di Silvio Berlusconi – ha dichiarato Salvini – il centrodestra è al lavoro nella certezza che, nell’interesse del Paese, da sinistra non ci saranno No o veti incrociati come avvenuto fino a ieri. Siamo pronti a proporre donne e uomini di altissimo profilo”. Nomi sui quali ancora non c’è chiarezza (e le votazioni iniziano domani) e soprattutto intorno ai quali manca del tutto la condivisione.

Il rischio “franchi tiratori” e l’unità di centrodestra

I tre leader del centrodestra
I tre leader del centrodestra

D’altronde più di una voce interna al centrodestra ha rivelato che forse il timore che ha spinto Berlusconi a fare un passo indietro non era relativo ai voti che avrebbe dovuto raccogliere al di fuori del centrodestra, ma di quelli che avrebbero potuto mancare all’interno della sua “coalizione”. Insomma, il problema – secondo questi rumors – era quello della possibilità di “franchi tiratori” che, dal centrodestra, votassero contro il leader di Forza Italia.

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Una tesi che comunque non sorprende più di tanto: l’unità di centrodestra è un tema fortissimo della nostra politica interna, una sorta di chimera che – di fatto – impedisce all’elettorato conservatore italiano di diventare maggioranza di governo pur essendo, numeri alla mano, maggioritari nel paese. «Il centrodestra ora avrà l’onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra» ha ribadito Salvini: ma andrà realmente così? Fratelli d’Italia e la Lega convergeranno su un nome che convinca anche Forza Italia? La destra italiana, dopo le grandi coalizioni tenute insieme proprio da Silvio Berlusconi, riuscirà a trovare una posizione politica forte e condivisa? E’ una delle tante incognite di questo voto. Una delle variabili forse più rilevanti e decisive: se il centrodestra vota compatto un nome, potrebbe riuscire – finalmente – ad eleggere un presidente della Repubblica.

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