Il profilo genetico dell’uomo assassinato all’epoca, è compatibile con quello di S. Agostino, 61 anni, costituisce una prova nel corso dell’udienza del 3 febbraio prossimo
Il caso dell’omicidio di Giuliano Gilardi sembrava destinato a restare irrisolto, ma dopo dieci anni dalla sua morte, il puzzle comincia a ricomporsi, anche se per ora c’è grande riserbo sul caso da parte degli inquirenti. A quanto pare, il dna del chewing gum trovato nel letto di Gilardi, accoltellato il 27 dicembre 2011 a Saint Christophe (Aosta), avrebbe incastrato uno dei quattro indagati dopo che il caso è stato riaperto, ossia S. Agostino, operaio 61enne pregiudicato che ha sempre detto di essere estraneo all’omicidio.
A certificare la compatibilità tra il profilo genetico estratto all’epoca nel luogo in cui alloggiava Gilardi e quello di Agostino è una relazione della genetista Sarah Gino. Non si tratta quindi di un semplice indizio in possesso degli inquirenti, ma una prova che si “formerà” durante l’udienza del 3 febbraio 2022, da usare in una eventuale discussione.
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Gli altri indagati per il delitto Gilardi sono l’ex compagna dell’uomo, C. Guizzetti, l’ex marito di lei, A. Mammoliti e D. Mammoliti. Per loro, le analisi del dna tenutesi nelle settimane immediatamente successive al delitto erano risultate negative e non sono state soggette a incidente probatorio.
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Il caso è stato poi riaperto nell’aprile dello scorso anno. I carabinieri hanno portato nuovi indizi agli investigatori e il procuratore capo ha riaperto il fascicolo e richiesto incidente probatorio al gip.