Delitto Gigi Bici, i ricatti della fisioterapista indagata

Delitto Gigi Bici, i ricatti della fisioterapista indagata

Gigi Bici-meteoweek.com

Il 60enne è morto con unico colpo, sparato da un’arma da fuoco, alla tempia. La 44enne è attualmente in carcere, indagata per delitto e occultamento del corpo.

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A uccidere Gigi Bici è stato un solo proiettile alla tempia, come è emerso in una delle missive che fanno parte di questo giallo, incluse quelle fatte ritrovare alle figlie dell’uomo, noto a Pavia per le officine di riparazione e alle forze dell’ordine per altre ragioni.
L’uomo è sparito l’8 novembre e lo hanno ritrovato morto il 20 dicembre nei pressi del cancello posteriore di un convento adibito a villa. Un solo proiettile fatto esplodere nella coincidenza temporale della scomparsa, una salma rimasta all’aperto per più di 40 giorni e poi ritrovata da Barbara Pasetti, o fatto ritrovare a lei seppur nascosto sotto rami e rovi, lungo il perimetro dell’ex convento, dimora della Pasetti. Barbara, 44 anni, è figlia di una famiglia di imprenditori del settore caseario. Il padre è possessore in modo regolare di armi sequestrate dalla polizia che sta cercando pezzi mancanti. La figlia è indagata per omicidio e occultamento di cadavere, ed è in prigione per tentata estorsione, perché, secondo chi l’accusa, avrebbe chiesto ai familiari di Criscuolo 290 mila euro per liberare l’ostaggio. Ma si tratterebbe di un presunto ostaggio in quanto Gigi Bici era morto subito e pare che prima e dopo il delitto lo avrebbero assassinato con violenze, pugni, pietre, bastoni. Ebbene, in Procura pensano che a firmare le lettere, quattro in tutto di cui una indirizzata a se stessa, lettere sgrammaticate con l’intento di incolpare un autore dell’Europa dell’Est, sia stata Passetti. E nelle lettere ci si riferiva, appunto a un solo proiettile.

Il caso è chiuso?

Tuttavia se si pensa che il caso sia chiuso, di certo non è così. Innanzitutto perché c’è sempre la presunzione di innocenza, e soprattutto perché il lavoro della polizia di Pavia è alquanto difficile, in quanto l’asse portante è Pasetti, che ha atteggiamenti contradditori, poi lineari e poi caotici, forse anche a causa di disturbi psicopatologici cominciati a manifestarsi diversi anni fa, quando perse il fratellino in un incidente e che sarebbero conclamati dopo gli incontri coi cronisti nelle settimane che hanno preceduto l’epilogo, tra urla e silenzi, ricerca delle telecamere e poi lo sfuggire a esse.

Ora Katia, una delle figlie di Criscuolo, che non si esclude possa essere entrato in giri loschi, forse stupefacenti e carichi sottratti, ricorda che Pasetti, con voce camuffata male per sembrare uno slavo, un romeno, ecc. «aveva telefonato consigliando come recuperare due lettere», la prima all’interno di una cabina telefonica e l’altra di fronte a una chiesa. Il legale Irene Anrò ha parlato con la donna nel carcere a Vigevano e ha riferito:«Era serena e tranquilla… Si professa estranea ai fatti». Ai fatti ma non a Gigi Bici, a cui avrebbe chiesto di far fuori l’ex marito per punirlo di presunti maltrattamenti. Se la donna abbia manipolato Gigi Bici, se gli abbia presentato persone sbagliate, non si sa.

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Nelle lettere si parla di una rapina nell’Oltrepò con Criscuolo che avrebbe tenuto e preso il bottino, ma la cosa sarebbe improbabile perché ci sono state delle rapine, ma non riconducibili al delitto dell’uomo, ex buttafuori, uomo di strada, eppure finito in una trappola e ucciso, colto probabilmente di sorpresa.

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Ma chi lo ha ucciso? Se fosse stata davvero l’incensurata Barbara, non potrebbe averlo fatto da sola, se non altro per una questione di manovre per spostarne la salma.

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Salma portata fino a uno spiazzo con fitta vegetazione e fanghiglia, con più avanti il muro di cinta della villa, al cui interno si escluderebbe che il corpo possa essere rimasto da novembre a dicembre. Barbara Pasetti, tra l’altro, scoprì in pochi minuti che i poliziotti avevano installato un Gps sulla sua auto. Una mossa insolita, anche un po’ scontata in una vita in cui la donna avrebbe avuto l’ossessione di essere sorvegliata e perseguitata. E questo molto prima di conoscere Luigi Criscuolo.