Lavoro, presidente Cnel: «Forme precariato troppo diffuse»

Il presidente di Cnel (Consiglio Nazionale Economia Lavoro), Tiziano Treu, commenta i dati divulgati dall’istituto in merito al precariato 

Lavoro-Meteoweek.com

Il presidente del Cnel (Consiglio Nazionale Economia Lavoro), Tiziano Treu, commenta i dati divulgati dall’istituto in merito a diffuse forme di precariato nel nostro Paese. «Restano troppo diffuse ed elevate le forme di lavoro precario, come il part-time involontario e i contratti a termine», spiega Treu basandosi sui suddetti dati. «Qui i caratteri negativi non consistono solo nella quantità di lavori temporanei, ma nella loro spesso brevissima durata che impedisce ogni prospettiva di sviluppo, e per altro verso nelle ridotte possibilità di trasformarli in contratti a tempo indeterminato o nei tempi lunghi della possibile trasformazione».

Treu mette in evidenza come questo rappresenti un «segno drammatico dell’incertezza delle prospettive che pesa anche sulle imprese disponibili ad assumere».

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Il presidente del Cnel afferma che «per contrastare queste forme di precarietà possono essere solo parzialmente utili i vari tipi di incentivi alla stabilizzazione, anche più durevoli e mirati di molti disposti in passato. Così molte limitazioni legali dei contratti a termine si sono dimostrate insufficienti, nonostante se ne siano sperimentate di vario tipo, come le diverse forme di causali, previste secondo e anche oltre le indicazioni europee». 

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Treu chiosa spiegando ulteriormente che «l’idea è capire in che modo la marcata crescita acquisita per l’anno appena concluso (+6,2%) si stia trasmettendo ai canali occupazionali, considerando le note segmentazioni del mercato del lavoro in termini generazionali, di genere e di territorio».

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