Gesù non è un “erogatore” di grazie ma il nostro dono più grande. S. Teresa D’Avila diceva: “Dio solo basta”; “La pazienza ottiene tutto”.
A te si prostri tutta la terra, o Dio.
A te canti inni, canti al tuo nome, o Altissimo. (Cf. Sal 65,4)
Saul, mio padre, cerca di ucciderti.
Dal primo libro di Samuèle
1Sam 18,6-9; 19,1-7
In quei giorni, mentre Davide tornava dall’uccisione del Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d’Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i tamburelli, con grida di gioia e con sistri. Le donne cantavano danzando e dicevano:
«Ha ucciso Saul i suoi mille
e Davide i suoi diecimila».
Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dati mille. Non gli manca altro che il regno». Così da quel giorno in poi Saul guardava sospettoso Davide. Saul comunicò a Giònata, suo figlio, e ai suoi ministri di voler uccidere Davide. Ma Giònata, figlio di Saul, nutriva grande affetto per Davide. Giònata informò Davide dicendo: «Saul, mio padre, cerca di ucciderti. Sta’ in guardia domani, sta’ al riparo e nasconditi. Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò in tuo favore a mio padre. Ciò che vedrò te lo farò sapere».
Giònata parlò dunque a Saul, suo padre, in favore di Davide e gli disse: «Non pecchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non ha peccato contro di te, che anzi ha fatto cose belle per te. Egli ha esposto la vita, quando abbatté il Filisteo, e il Signore ha concesso una grande salvezza a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?». Saul ascoltò la voce di Giònata e giurò: «Per la vita del Signore, non morirà!».
Giònata chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse presso Saul Davide, che rimase alla sua presenza come prima.
Parola di Dio.
R. In Dio confido, non avrò timore.
Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita,
un aggressore tutto il giorno mi opprime.
Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici,
numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono. R.
I passi del mio vagare tu li hai contati,
nel tuo otre raccogli le mie lacrime:
non sono forse scritte nel tuo libro?
Allora si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato. R.
Questo io so: che Dio è per me.
In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola. R.
In Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie. R.
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,7-12
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Parola del Signore.
Gesù chiede aiuto ai suoi discepoli: è lui che stavolta chiede loro di aiutarlo, portandogli una barca, cosicché la folla non lo schiacci. Dato che aveva operato numerose guarigioni, in molti malati si accalcavano su di lui per essere guariti, senza pensare quindi a Gesù in quel momento, vedendo solo il proprio malessere.
Cos’è che può “schiacciare” Gesù in noi? Il nostro atteggiamento egoistico, la nostra preghiera indirizzata a Gesù ma non “per” Gesù, soltanto per noi. Quando preghiamo, infatti, dobbiamo tener conto di star chiedendo ad una persona, che è Gesù! Dio è una persona: che la nostra preghiera sia indirizzata ad una “persona”, quindi con amore e rispetto, oltre che con fiducia.
A volte vediamo Gesù come un erogatore di grazie e non come “La Grazia” più grande della nostra vita. Santa Teresa D’Avila diceva: “Chi ha Dio non manca di nulla”, “Dio solo basta”, e “La pazienza ottiene tutto”.
Quanta pazienza deve avere Gesù con noi uomini! Ma non ci “vergogniamo” un po’ a volte di tutto quello che combiniamo? Non pensiamo, anche noi che ci diciamo credenti, di comportarci sempre e troppo come dei bambini capricciosi a cui tutto è dovuto, e che possiamo fare tutto, tanto non ci sono conseguenze, oppure, tanto c’è Dio che tutto mi perdona…
Dio ci perdona, ma siamo noi che facendo in questo modo ci allontaniamo da lui e finiamo per non saperci più relazionare con lui, per non sapere più chi è, e rompiamo la comunione con lui, abusando della sua pazienza.
Ora, certamente, ci sono cose più gravi che pregare senza pensare a come lo si fa… Ma è un po’ lo stesso che fare una cosa senza pensare alle conseguenze che può avere negli altri. Il rispetto per Dio, la gratitudine e la giusta considerazione da dargli, nella preghiera e sempre, sono le chiavi per poter accedere davvero alle sue grazie e anche alla serenità che solo un’anima grata può avere.
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