I nuovi documenti pubblicati da Project Veritas dimostrano come Fauci fosse a conoscenza della natura degli esperimenti sui coronavirus finanziati dagli Usa e autorizzati dal suo centro a Wuhan.
Sembra che anche stavolta, dopo che questo stesso scandalo lo aveva già travolto sei mesi fa, il virologo americano resterà al suo posto in quanto l’amministrazione Biden continua a supportarlo. Al contrario del perenne clima di tensione che si era instaurato con il predecessore Donald Trump, l’attuale inquilino della Casa Bianca sembra invece nutrire una fiducia incondizionata verso Fauci.
Le accuse però verso di lui continuano ad essere molto pesanti: Fauci avrebbe fin dal principio mentito ai giornalisti, al governo e all’intera comunità internazionale sui risultati delle ricerche finanziate da Washington per stabilire l’origine del coronavirus.
Al centro del mirino di questo scandalo, delle mail e dei documenti militari pubblicati da Project Veritas, c’è la EcoHealth Alliance, un’organizzazione governativa no profit presieduta dallo scienziato Peter Daszak, che ha anche fatto parte della squadra inviata dall’Oms in Cina per indagare su quanto accade due anni fa nei laboratori di Wuhan. In queste nuove carte emerge come Daszak si fosse proposto alla Darpa, L’Agenzia americana per i progetti avanzati di difesa, per portare avanti una ricerca scientifica, un progetto per modificare il coronavirus dei pipistrelli. Al di là dell’oggetto della ricerca, non può non preoccupare in tal senso che lo scienziato si sia proposto in questo ambito militare, come se stesse offrendo la possibilità di sviluppare un’arma biologica. Anche se su questo va comunque precisato che spesso gli scienziati sanno bene che certi finanziamenti su certe tecnologie vengono concessi esclusivamente dai Ministeri della Difesa, e dunque dai militari. Un altro particolare non da poco è che Daszak ha presentato il suo progetto di ricerca nel 2018, un anno e mezzo prima dell’inizio della pandemia. Dai documenti emerge però la sua proposta era bocciata dalla Darpa, in quanto si ravvisò il pericolo di Gain of Function, una pratica scientifica illegale negli Stati Uniti. Con questa espressione, che in italiano è traducibile con “guadagno di funzione”, si intendono esperimenti biologici sui virus creati allo scopo di potenziarli e aumentarne trasmissibilità e virulenza.
Una pratica scientifica proibita formalmente nel mondo occidentale in quanto immorale e pericolosa. Il rifiuto da parte della Darpa a finanziare il progetto, avrebbe in seguito convinto la EcoHealth Alliance ad accettare l’ospitalità offerta dal governo cinese e condurre questa ricerca nei laboratori di Wuhan.
Ma anche se il progetto di Daszak si è spostato nel continente asiatico, dai documenti risulta come sia stato finanziato attraverso i fondi pubblici americani, e l’autorizzazione sarebbe arrivata proprio Anthony Fauci, nella veste di direttore dell’Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive americano, il Niad, che occupa un ruolo superiore al National Institutes of Health. Esiste poi un altro report particolarmente interessante pubblicato da Project Veritas, redatto dall’Ispettorato generale del Dipartimento della Difesa. Un documento che porta la firma di un ufficiale della marina americana di nome Joseph Murphy, un uomo che nel suo curriculum annovera anche un’esperienza alla Darpa. Murphy scrive un’analisi del documento che aveva portato l’Eco Health Alliance al governo, evidenziando come nella proposta di Daszak non vengano menzionati in alcun modo possibili rischi derivanti dalla sperimentazione e quelli potenziali derivanti dal guadagno di funzione. Project veritas utilizza questo documento per sostenere che il governo al momento dell’autorizzazione dei fondi al laboratorio di Wuhan, era ben consapevole della pericolosità del lavoro portato avanti dalla EcoHealth e del fatto che si trattassero di esperimenti di Gain of Function.
E il ruolo di Fauci nell’autorizzazione di queste studi a Wuhan è stato fondamentale.
Il consulente Usa per la pandemia era già stato chiamato in Senato alcuni mesi fa, proprio per riferire dello scandalo del primo mailgate. Fauci ha sempre negato nelle audizioni di essere a conoscenza del lavoro di ricerca che veniva realmente svolto nel laboratorio di Wuhan.
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Fin dall’inizio, l’Istituto di Virologia di Wuhan non ha mai voluto condividere i propri dati grezzi riguardo gli esperimenti sul coronavirus che si stavano conducendo all’interno dei laboratori. Questo naturalmente ha fin dall’inizio alimentato il sospetto che una tale reticenza fosse una piccola prova che forse il virus era realmente di origine artificiale, magari frutto di un incidente all’interno del dipartimento di ricerca cinese.