Berlusconi al Quirinale: perchè si, perchè no

Il Cavaliere torna al centro del dibattito politico: la sua candidatura al ruolo di presidente della Repubblica divide ed unisce allo stesso tempo.

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi presidente della Repubblica. Si o no? Ovviamente a deciderlo saranno gli elettori che la Costituzione prevede: il Parlamento in seduta comune insieme ai Grandi Elettori regionali. Un voto dalla valenza politica molto forte: il Presidente della Repubblica è una figura di garanzia ma anche di indirizzo. E da questo punto di vista eleggerne uno abbastanza “vicino” alla propria parte politica potrebbe essere determinante per i successivi sette anni.

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Una delle polemiche più forti e durature che caratterizza il dibattito politico è proprio quella relativa alle elezioni degli ultimi capi di Stato. Il centrodestra accusa il centrosinistra di riuscire, tramite dinamiche “di palazzo” a volte ambigue, ad eleggere ormai da un ventennio presidenti della repubblica “amici” a prescindere dal reale consenso politico goduto nel paese. Sergio Mattarella, Giorgio Napolitano e addirittura Azeglio Ciampi sono presidenti, secondo la narrazione del centrodestra, vicini o addirittura espressione della sinistra.

Berlusconi e Salvini
Berlusconi e Salvini

Presidenti della Repubblica “di sinistra” in una fase storica – gli ultimi quindici anni – caratterizzati da uno slittamento del paese verso destra. Una anomalia: e sarebbe per questo che una eventuale elezione di Berlusconi potrebbe essere una novità positiva per la politica italiana. Un presidente della Repubblica espressione della maggioranza di fatto del paese, che vada ad equilibrare uno sbilanciamento che, se magari non del tutto verificato, è quantomeno percepito da una ampia parte della popolazione. La figura di Berlusconi è poi istituzionalmente rilevante, sopratutto all’estero. Al netto delle polemiche, dal 1994 al 2011 la figura politica più rilevante e più nota del nostro paese è lui. E forse una sua elezione, frutto dell’appoggio di tutto il centrodestra,  potrebbe essere il volano per la tanto discussa e mai realizzata “unità”: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia alleati organicamente con l’obiettivo di governare il paese. Senza alibi, senza giustificazioni di sorta.

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C’è però il rovescio della medaglia, che quando si parla di Silvio Berlusconi non si può ignorare. Il leader di Forza Italia è politicamente ingombrante e divisivo: il suo burrascoso rapporto con la giustizia, le dichiarazioni espresse nei confronti della magistratura, le vicende personali certamente poco compatibili con il ruolo di Capo dello Stato (ve lo immaginate un presidente della Repubblica che si scambia messaggi con una possibile nuova Ruby?), l’incompatibilità con un pezzo ampio della politica e del paese. Sono solo alcuni degli elementi “negativi” che caratterizzano il percorso di Berlusconi, ma già forse sufficienti ad inficiarne la possibilità di fare il presidente della Repubblica, a creare dubbi anche in chi lo sta proponendo: non è un mistero che dall’interno dello stesso centrodestra, addirittura di Forza Italia, si stiano levando voci che tentano di dissuadere il Cavaliere dal candidarsi. “Una sconfitta andrebbe ad offuscare la storia politica e personale dell’ex premier”, dicono a bassa voce alcuni dei fedelissimi. Una sconfitta che, forse, è molto più probabile e percepita come tale di quanto le dichiarazioni ufficiali dicano.

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