Non c’è pace per la carriera del tennista no vax al quale nei prossimi giorni saranno precluse altre gare dopo il flop che lo ha visto perdere davanti al tribunale, nonostante i tentativi di partecipare all’Australian open
Sembra avviarsi a un pessimo 2022 la carriera del tennista numero uno al mondo Novak Djokovic, noto esponente no vax, protagonista in questi giorni dello scontro col governo australiano e che lo ha visto perdere in tribunale e cacciare via dal paese dei canguri, dopo il suo tentativo – da ex malato covid e non da vaccinato – di partecipare gli Australian open di tennis. Mandato via con foglio di espulsione – dopo un lungo braccio di ferro che ha coinvolto i vertici sportivi mondiali e il governo australiano e serbo in uno scontro più ideologico che politico – Djokovic pensava di potere trovare una sorta di “rifugio” in altri tornei internazionali in giro per il mondo. Ma non sarà così.
A cominciare dal Roland Garros. Come comunica France press, “tutti gli atleti, professionisti o dilettanti, che arrivano in Francia per una competizione dovranno essere vaccinati per entrare in un impianto sportivo”.
Scusando quindi il gioco di parole: ancora niente giochi per Djokovic, che sulle basi delle stesse politiche non potrà né andare in Inghilterra per Wimbledon – dove è prevista una lunga quarantena per i non vaccinati – o partecipare agli Us open negli Stati Uniti, dove chi vuole entrare deve essere triplamente vaccinato. Una debacle che comporterebbe un crollo in classifica nel suo ranking internazionale. E non ci sono eccezioni che tengano
A marzo ci sono i due Masters 1000 americani: Indian Wells e Miami. E anche qui saranno adottate le regole degli Us Open. Porte chiuse quindi.
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E in Italia, dove Djokovic, prima del caso Australia, è stato sempre bene accolto, anche grazie alla sua amicizia con lo showman Fiorello?
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Se il campione volesse partecipare gli Internazionalii d’Italia, il direttore del torneo Sergio Palmieri ha detto: «Se verrà a Roma dipenderà da Djokovic, noi stiamo alle regole, se entrano in Italia e a Roma giocatori in regola non abbiamo motivi per rifiutarli. Chi sta alle regole non vedo perché non dovremmo accettarlo».
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